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Sostegno disabili, subito concorso e specializzazione: pressing sui ministri Bianchi e Messa, i numeri parlano chiaro

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Cresce il pressing sul governo per accelerare i tempi per la pubblicazione dei bandi di specializzazione e dei concorsi per i docenti di sostegno agli alunni con disabilità. Soprattutto dopo che il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta è uscito allo scoperto sul reclutamento con l’articolo 10 del decreto legge 44 che introduce importanti novità sui concorsi pubblici. Le spinte per stabilizzare sulle tante cattedre di sostegno vuote arrivano pure da parlamentari che fanno parte delle forze che sostengono il governo Draghi. Anche se va rilevato, come accade già per le discipline comuni, che le idee per assumere sono variegate, in certi casi opposte e pure all’interno della stessa maggioranza.

Pastorino: situazione grottesca

Come Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera per Leu, che lunedì 13 aprile ha detto che porrà il problema pubblicamente, con un question time in Aula alla Camera, l’esigenza di avviare un nuovo ciclo di Tfa sostegno: “domani chiederò alla ministra dell’Università, Cristina Messa, come si vuole sanare questa situazione quantomeno grottesca”, perché “abbiamo migliaia di insegnanti di sostegno specializzati, ma che sono costretti a vivere in una condizione di precariato, nonostante la carenza di organico”, ha ricordato l’esponente di Leu.

“È un tema delicato su cui intervenire, perché riguarda ragazzi fragili che hanno bisogno di docenti formati”, ha sottolineato Pastorino.

Tra i supplenti boom di non specializzati

Dai dati Istat risulta che circa quasi il 40% degli insegnanti di sostegno attualmente in cattedra non possieda il titolo di specializzazione.

Il problema è che a leggere i numeri sull’organico in essere, comunicati qualche settimana fa dal ministro Patrizio Bianchi ai sindacati, la percentuale di supplenti (specializzati o non) è altissima: dei 213 mila contratti annuali sottoscritti nell’anno in corso, il ministro ha specificato che ben 104 mila sono docenti di sostegno: considerando che oltre 20 mila risultano in organico di diritto, significa che sono diventate più di 80 mila le cattedre in deroga (libere ma assegnate al 30 giugno dell’anno successivo e quindi non utili né alle immissioni in ruolo, né alla mobilità). Un numero altissimo, tanto da far superare abbondantemente la quota dei supplenti su sostegno rispetto ai colleghi di ruolo.

Sempre il deputato Pastorino ha ricordato che “dal report dell’Istat si apprende che il numero di insegnanti specializzati risulta ancora insufficiente, nonostante vi siano più di 13mila insegnanti risultati idonei ma non vincitori alle selezioni del V ciclo Tfa sostegno. Si tratta di un concorso obbligatorio, svolto presso le varie università, per accedere al corso di specializzazione che permette di entrare nella graduatoria dedicata e quindi di lavorare come insegnanti di sostegno a pieno titolo. Questi insegnanti chiedono ora, giustamente, di poter completare la loro formazione, prima possibile, per poter essere operativi già a settembre”.

Ma non basta la specializzazione. Per entrare in ruolo occorre infatti anche superare il concorso: assieme a quello di Religione, è una delle due procedure che dovrebbe essere bandita entro l’anno.

Angrisani: nessuna notizia

Anche su questo versante c’è chi preme sul ministero di competenza: “Ho presentato un ordine del giorno al decreto Sostegno, il cui esame per la conversione in legge è in corso al Senato, per sollecitare il ministero dell’Istruzione a bandire al più presto il concorso per assumere docenti specializzati sul sostegno, come previsto dalla legge di Bilancio per il 2021”, ha detto Luisa Angrisani, di Misto-L’Alternativa c’è.

“Ad oggi – ha continuato – non si ha ancora alcuna notizia dal ministero sullo svolgimento della procedura selettiva, nonostante l’avvicinarsi dell’avvio del prossimo anno scolastico (2021/2022), con il conseguente rischio che siano assegnate numerose cattedre di sostegno ad insegnanti non specializzati”.

Secondo Angrisani, quindi, “il reclutamento di personale specializzato, tramite procedura concorsuale, è un’esigenza indifferibile. Bisogna attivarsi al più presto: non possiamo più permettere che siano affidati interventi inclusivi e personalizzati a docenti privi di un’adeguata preparazione”, ha concluso.

Pittoni: assumiamoli con “clausola rescissoria”

Chi sta tentando con insistenza di sciogliere il doppio nodo, sulla mancanza di specializzati e sul bando di concorso di sostegno che non arriva, è anche il senatore Mario Pittoni: nel disegno di legge 1920 presentato dal responsabile Scuola delle Lega a Palazzo Madama, sulla “Semplificazione della formazione e del reclutamento dei docenti”, viene proposta anche una specifica soluzione sulle criticità sul sostegno.

“Gli specializzati e coloro che hanno insegnato su posto di sostegno per almeno tre anni (spesso impossibilitati a specializzarsi per carenza di corsi) – ha fatto sapere il leghista – verranno assunti con contratto a tempo indeterminato – nel limite dei posti vacanti e disponibili – nel piano assunzionale straordinario legato all’emergenza pandemica”.

L’assunzione dei non specializzati su sostegno, però, sarebbe vincolata: in pratica, sempre secondo Pittoni, si introdurrebbe una “clausola rescissoria”, che scatterebbe qualora i precari assunti in ruolo non conseguano “il titolo di specializzazione e l’abilitazione nei corsi che saranno predisposti durante il periodo di prova”.

Granato contraria

Una eventualità, quest’ultima, che non sarebbe però bene accetta da tutti. Tra i più fervidi oppositoria questa ipotesi, come abbiamo già rilevato, c’è la senatrice Bianca Laura Granato, passata da qualche settimana al Gruppo Misto dopo avere abbandonato il M5s, che si oppone con forza all’ipotesi “della paventata stabilizzazione ‘indiscriminata’ dei docenti. I cosiddetti ‘beneficiari’ – ha detto Granato – sarebbero quei docenti che non hanno superato il concorso straordinario, per giunta semplificato, con cui si sarebbero dovuti assumere 32.000 docenti non abilitati”.

Secondo la senatrice, “qualora andasse in porto il piano di stabilizzazione di massa dei docenti con il requisito di 3 annualità di servizio (che nella scuola corrispondono a soli 18 mesi) a cui si stanno adeguando tutte le forze politiche confluite nel Governo Draghi, tranne parte del M5s e Italia Viva, anche sul sostegno rischiano di essere assunti senza una selezione adeguata docenti non specializzati”.

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