La rivista Tres, Studi Storici Siciliani, è un trimestrale di storia della Sicilia moderna e contemporanea nato nel gennaio 2021. A tal proposito abbiamo rivolto qualche domanda al Prof. Marcello Saija, ordinario di Storia delle Istituzioni Politiche –Dipartimento di Studi Europei e della Integrazione Internazionale Dems – Università di Palermo
Prof. Saija, qual è la proposta di questa neonata rivista?
La rivista propone una storiografia siciliana che, partendo dalla ricerca di fonti documentarie attendibili negli archivi pubblici e istituzionali, nelle carte di famiglia, in collezioni private, giunga a proporre analisi laiche su uomini, istituzioni, aggregati politici ed economici, eventi e processi storici. Particolare attenzione viene dedicata all’approccio biografico, genere assai trascurato in Italia che ha però dato risultati significativi altrove. Una sezione speciale è destinata ad illustrare criticamente fondi archivistici e documentari , mentre una rubrica di recensioni permetterà di segnalare nuovi testi e studi del settore.
Chi sono i coordinatori?
Il direttore responsabile è Emilio Pintaldi, noto giornalista professionista. Direttori editoriali sono Gero Difrancesco e Marcello Saija. Il comitato editoriale è costituito da Michela D’Angelo, Gero Difrancesco, Santo Lombino, Marcello Saija, Mario Siragusa, Sonia Zaccaria. Nel comitato scientifico sono presenti studiosi delle nove province siciliane ( tra cui la prof.ssa Grazia Messina) con l’intento di allargare all’intera Isola l’area di fruizione e partecipazione con contributi ed interventi.
Con quale intento nasce questa rivista?
La rivista nasce per restituire alla Sicilia la sua storia, liberandola da paradigmi interpretativi talvolta faziosi come quello dei neoborbonici assertori del «si stava meglio quando si stava peggio» o da “sicilianismi” che attribuirebbero a cause esterne mali congeniti di questa terra, come frutto di disegni generati e condotti dai governi nazionali. Il ripristino invece di una lettura “diretta” della storia isolana permette di liberarsi ad esempio di luoghi comuni, come quelli che attribuiscono solo a scelte politiche le cause strutturali dell’emigrazione, colpevolizzando i governi nazionali per l’incapacità di procurare il necessario ai propri figli. Non ci si rende conto che così ragionando nell’ambito dell’emigrazione si cancellano le cause di un fenomeno davvero complesso di natura internazionale che ha le sue origini da un lato nelle esigenze dell’industria nordamericana e dell’agricoltura latinoamericana, dall’altro, prima nei viaggi organizzati dalla mafia degli agrumi all’indomani della guerra civile americana e successivamente nella regia delle grandi compagnie di navigazione transoceanica. Ecco dunque la necessità di partire dalle introspezioni senza schemi mentali ed ideologici che possano falsarne i risultati. Ecco ancora la necessità di una ricerca empirica realizzata sul campo, indispensabile per l’interpretazione generale dei fenomeni. È questo il privilegio di partire dalla microstoria e dai contesti socio territoriali per svincolarsi dalle ideologie spesso fuorvianti e improduttive e per privilegiare analisi e punti di vista innovativi.
A chi si rivolge questa nuova produzione editoriale? La rivista può accogliere contributi e interventi esterni?
La rivista si rivolge a studiosi, ricercatori, insegnanti, educatori che credono nella scommessa di un recupero della storia della Sicilia dell’età moderna e contemporanea alla luce delle ricerche più recenti, fondate su documenti e testimonianze spesso accantonati in archivi e cassetti privati. La partecipazione degli insegnanti potrà riguardare suggerimenti da sviluppare nelle ricerche al fine di orientarne gli sviluppi come pure applicazioni didattiche con laboratori storici che la rivista potrà valorizzare per gli esiti innovativi. A docenti ed educatori la rivista si offre inoltre come strumento di formazione e aggiornamento culturale e professionale, suggerendo a sua volta occasioni di studio e riflessione con possibile articolazione nelle proposte didattiche.
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