Il 14 marzo matematici e fisici di tutto il mondo si riuniscono per celebrare una delle costanti più importanti e famose della matematica, il pi greco. π (a stabilire questo simbolo fu Eulero) è la costante che definisce il rapporto tra la lunghezza di una qualsiasi circonferenza e il suo diametro e perché si festeggia proprio il 14 marzo è presto detto: oggi è, secondo la convenzione anglosassone di mettere prima il mese e poi il giorno quando si scrive una data, il 3/14 e 3,14 è il valore più usato del pi greco.
Il PiDay (#Piday) è stato inventato dal fisico statunitense Larry Show, che per primo lo ha festeggiato all’ Exploratorium di San Francisco; tuttavia questo non è un giorno appannaggio esclusivo di geek e fanatici della matematica. Anzi, il senso della sua celebrazione, come ricordano gli organizzatori della più importante iniziativa italiana, Pi Day Italia ( @PiGrecoDay), è proprio usare questo numero quasi magico per avvicinare il pubblico meno appassionato allo studio delle scienze.
Ben lungi da essere solo un capitolo dei manuali di matematica, il π è anche parte integrante dell’ essere umano. È nelle nostre pupille, negli attorcigliamenti della doppia elica del dna o nel rapporto tra la distanza che separa l’alluce e l’ombelico e quella tra quest’ultimo e la punta della testa: questo rapporto è proprio 3,14. Inoltre è ovunque nella natura che ci circonda, negli arcobaleni, nelle spirali delle conchiglie marine, nei cerchi concentrici che si formano quando si lancia un sasso in uno specchio d’acqua o quando sulla sua superficie cadono delle gocce di pioggia e anche nella forma dei fiumi.
Infatti, il rapporto tra la lunghezza effettiva di un fiume dalla sorgente alla foce e la lunghezza in linea d’aria (ovvero se il fiume scorresse dritto, senza anse e curve, lungo il suo percorso)è sempre approssimabile al pi greco. Il primo a cercare di spiegare questo fatto affascinante fu Albert Einstein, il cui compleanno cade proprio il 14 marzo (e per questo motivo oggi alla Princeton University è festa doppia). Secondo il fisico, piccole anse nel letto di un fiume provocano un forte aumento della corrente sul lato esterno della curva che erode ulteriormente l’ansa, causando un maggiore incurvamento. Questo processo continua fino a che il fiume non si ripiega su se stesso e comincia a formare un’ansa nella direzione opposta.
Il π, poi, è stato anche attivamente usato dagli esseri umani sin dall’ antichità. Non solo per determinare la circonferenza di ipotetici cerchi ma per raggiungere risultati che senza sarebbe stato praticamente impossibile raggiungere. Per esempio in architettura e nell’edilizia è fondamentale per costruire cupole, archi e tunnel. Non solo per realizzarli perfetti e proporzionati, ma anche per stabilire esattamente quanto materiale serva per costruirli o, viceversa, per sapere, avendo una determinata quantità di materiale a disposizione, quali possono essere le loro dimensioni massime.
Niccolò Copernico e Galileo Galilei lo usavano per calcolare le dimensioni e la distanza dalla Terra degli oggetti celesti che osservavano in cielo, nonché le loro orbite. Ancora oggi molti dei sofisticati strumenti adoperati da astronomi e astrofisici moderni si basano su questo numero. Poiché le onde sinusoidali hanno un periodo fondamentale di 2π, questo numero è ovunque vi sia una trasmissione di onde, come nel caso della luce o del suono.
Inaspettatamente, tra coloro che lo adoperano più di tutti gli altri ci sono anche gli esperti di calcolo delle probabilità e i biologi (si trova infatti nella Curva di Gauss della distribuzione di probabilità continua, adoperata per lo studio di numerosi fenomeni biologici) e i piloti di aeroplano: serve a calcolare perfettamente la rotta e quindi a stabilire, per esempio, quanto carburante sia necessario imbarcare per arrivare a destinazione. Infine, questo numero serve anche per calcolare la misura dell’ albero di Natale perfetto.
Per tutti questi motivi c’è anche chi non si accontenta di festeggiare il pi greco solo il 14 marzo, ma anche in date. Per esempio il 5 aprile, quando sono ormai trascorsi 3,14 mesi dell’anno; il 26 aprile, quando la Terra ha percorso due radianti della sua orbita (il 25 negli anni bisestili), il 22 luglio (22/7 è uguale a 3,14), il 10 novembre, ovvero il 314° giorno dell’anno.
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