Il Piano Scuola d’estate, che mette a disposizione delle scuole 510 milioni di euro per avviare attività estive che consentano a studentesse e studenti di recuperare socialità e rafforzare gli apprendimenti, ha un suo cronoprogramma delle attività. In altre parole, alcune attività sono maggiormente idonee per il mese di giugno (fase I), altre per luglio e agosto (fase II), altre ancora per settembre (fase III).
Gli sportelli di ascolto psicologico e quelli tematici, ad esempio lo sportello autismo, vengono segnalati dal Ministero dell’Istruzione, con apposita Faq, come tipologie di attività funzionali alla ripartenza a settembre.
Ricordiamo le tre fasi del Piano:
- I Fase: Rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali (giugno 2021)
- I Fase: Rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e della socialità (luglio-agosto 2021)
- III Fase: Rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali con intro al nuovo anno scolastico (settembre 2021)
Nello specifico, quali attività dovrebbe prevedere la fase III del piano? Lo chiarisce una Faq del Ministero dell’Istruzione.
La Faq del Mi
Quali tipologie di iniziative possono essere realizzate nella III fase (settembre 2021)?
La III Fase ha l’obiettivo di accompagnare gli studenti alla partenza del nuovo anno scolastico, mediante contatti personali e riflessioni, incoraggiati e sostenuti per affrontare la prossima esperienza scolastica.
Si possono a tale fine ipotizzare, ad esempio, attività laboratoriali o momenti di ascolto, anche avvalendosi di collaborazioni esterne per sportelli informativi tematici o di supporto psicologico o, nel caso di materie afferenti specificatamente all’inclusione, potenziando ad esempio il ruolo dei CTS e di sportelli ad hoc (ad es. sportelli autismo).
È, inoltre, auspicabile affrontare tematiche legate al rinforzo disciplinare in un’ottica laboratoriale e di peer tutoring, anche autogestiti dagli studenti (in base all’età) e supervisionati da docenti tutor, avvalendosi delle innovazioni didattiche di cui si è fatta esperienza nell’ultimo anno: didattica blended, one to one, cooperative learning, realizzando unità formative brevi e autosufficienti, personalizzate e responsabilizzanti.
La sensibilizzazione del Mi sui temi legati all’inclusione
Un suggerimento, quello del Mi, che va letto come un tentativo di sensibilizzare sul tema, specie a fronte degli ultimi due anni di pandemia che hanno messo a dure prova l’inclusione nelle scuole.
In una recente nota del Mi, diramata in occasione della Giornata mondiale sull’autismo, di cui abbiamo riferito in un articolo precedente, leggiamo: L’emergenza sanitaria ha mostrato, con tutta evidenza, l’importanza di vivere in una società veramente inclusiva, in cui vengono rispettati e garantiti i diritti di tutte le cittadine e di tutti i cittadini: intervenire sulle situazioni di fragilità e difficoltà, assicurare condizioni di benessere, è fondamentale sia per i singoli, che per la collettività.
A dispetto di una legislazione tra le più avanzate al mondo, nel nostro Paese, per quanto riguarda l’inclusione scolastica, tuttavia, sottolinea il MI, è necessario promuovere una sempre maggiore consapevolezza rispetto a questo tema per migliorare le opportunità di formazione e di crescita di alunni e studenti con disabilità e di tutta la comunità scolastica, anche in considerazione delle sfide che questi tempi impongono“.