Come migliorare la relazione nella scuola tra colleghi, tra alunni o nel rapporto con i genitori; e come, in particolar modo, affrontare i conflitti ed i momenti difficili a livello relazionale? Utilizzando lo strumento dell’ascolto e della mediazione e altri strumenti metodologici ed operativi. (VAI AL CORSO)
Dalla Teoria alla pratica
Nel loro manuale, “Handbook of Conflict Resolution” (2006), Deutsch, Coleman e Marcus sottolineano come, per arrivare a gestire in modo costruttivo un conflitto, in una dinamica di gruppo o di coppia, si possano combinare, mettere in evidenza tre processi fondamentali:
- La sostituibilità ovvero fidarsi che gli altri soddisfino i propri bisogni.
- La disponibilità ovvero la presenza di atteggiamenti positivi verso l’altro, la predisposizione a rispondere alle azioni degli altri favorevolmente, uno per l’altro e non uno contro l’altro.
- L’adattabilità ovvero la prontezza di accettare l’influenza degli altri nelle proprie azioni, nell’essere disponibili a fare ciò che gli altri desiderano, se ciò non lede i propri principi morali.
La cooperazione, in tutto ciò, è determinante nella soluzione costruttiva del conflitto perché permette di giocare una comunicazione efficace, che porta a sentimenti di condivisione delle idee degli altri ed ad un senso di somiglianza nei valori e nelle convinzioni nonché alla volontà di esaltare il potere di tutti i membri del gruppo per definire il conflitto come problema reciproco.
Ma quante volte, pur conoscendo in teoria questi principi, ci è capitato di imbatterci in una situazione problematica (con colleghi, alunni, genitori) con la quale era difficile mettere in campo comportamenti cooperativi per la soluzione del conflitto e una mediazione efficace?
Perché entriamo in conflitto?
Un primo passo verso il miglioramento è l’essere consapevoli che nella diversità di competenze e ruoli del rapporto lavorativo è naturale che nascano conflitti: sta a chi li vive renderli costruttivi e non distruttivi!
L’approccio al conflitto sembra essere un po’ difficoltoso per la nostra cultura europea occidentale: lo si teme, lo si evita fino a fingere che non esista e, se proprio ci si trova costretti ad affrontarlo, lo si fa con estrema difficoltà, con l’impazienza di risolverlo. La ricerca della soluzione ad ogni costo, però, risulta essere inefficace perché si limita alla punta dell’iceberg, alla parte emersa e manifesta del conflitto, tralasciandone la vera origine.
Attraversare il conflitto per trasformarlo in dialogo
Piuttosto, vale la pena di analizzare in profondità la situazione e aprire la strada all’opportunità: il conflitto è indissolubilmente legato alla relazione, e in quanto tale può costituire una preziosa occasione per imparare qualcosa su noi stessi, sugli altri, sulle dinamiche relazionali che instauriamo e sulle (re)azioni che mettiamo in atto.
Il corso
Gli iscritti, nel primo incontro, saranno condotti a conoscere le principali “tipologie di conflitto” e a distinguere le caratteristiche dei conflitti per distruggere da quelle dei conflitti per trasformare. In questo modo emergeranno quei fattori facilitanti la gestione del conflitto, che porteranno gli attori della scena comunicativa dallo scontro al confronto, attraverso l’uso di strumenti di ascolto attivo e comunicazione efficace.
Nel secondo incontro si lavorerà sugli esempi concreti – portati dai partecipanti stessi – per sperimentare nella pratica le tecniche di Negoziazione, Mediazione e Controversia, che condurranno alla trasformazione del conflitto da una situazione di distruzione reciproca ad un’occasione di soluzione dei problemi condivisi.
Su questi argomenti puoi accedere al corso Attraverso il conflitto, metodologie attive nei rapporti interpersonali della formatrice Daniela Pavan, in programma dal 3 giugno 2021.