Fa già discutere la disposizione contenuta nell’articolo 58 del Decreto Sostegni bis (comma 1 lettera c) secondo cui con una ordinanza del Ministro dell’istruzione sarà possibile “prevedere che a partire dal 1° settembre 2021 e fino all’inizio delle lezioni siano attivati, quale attività didattica ordinaria, l’eventuale integrazione e il rafforzamento degli apprendimenti, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.
Per la verità c’è chi fa osservare che le scuole che attiveranno tali percorsi potranno utilizzare i fondi già disponibili (compresi quelli per il cosiddetto Piano estate) per retribuire i docenti disponibili.
Ma, proprio in queste ore, nel sito della Camera è stata pubblicata le relazione tecnica predisposta dal MEF che accompagna il decreto e che smentisce questa interpretazione.
Le attività di recupero – si legge nella relazione – sono retribuite, secondo quanto stabilisce il CCNL del comparto scuola, nella misura di 50 o 35 euro orarie a seconda della tipologia.
Tuttavia – aggiunge la relazione – nei giorni di sospensione delle lezioni il recupero, l’integrazione e il rafforzamento degli apprendimenti non si aggiungono alle normali attività didattiche e quindi la disposizione del decreto ha l’effetto di azzerare il compenso previste per le attività in questione.
Adesso si attendono le reazioni delle organizzazioni sindacali che, certamente, non saranno affatto d’accordo su questa tesi dei tecnici del Ministero dell’Economia.