La Lega Nord non si dà pace per la decisione del Miur di far valere il voto di maturità ai fini dell’accesso ai corsi universitari a numero chiuso (Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura). Secondo gli esponenti del Carroccio, la novità andrebbe a penalizzare gli studenti del Nord, che in campo medico già possono contare su un numero di posti in grado di coprire a malapena metà delle richieste.
Dopo le proteste dei giorni scorsi, il partito guidato da Roberto Maroni ha deciso di avviare un’interrogazione alla Camera che ha come firmatario Davide Caparini.
A spiegare i motivi dell’iniziativa parlamentare è ancora una volta Mario Pittoni, capogruppo uscente del Carroccio in commissione Istruzione del Senato: “finora – racconta – eravamo riusciti a bloccare il ‘bonus maturità’, ideato nel 2007 dagli ex ministri Fioroni e Mussi (ex governo Prodi): troppa la disomogeneità di valutazione che caratterizza il territorio nazionale. Ora chi ha un buon voto al diploma incasserà da 4 a 10 punti. Entro il 31 maggio sarà fornita la tabella per convertire la valutazione di maturità in punti: uno schema articolato che – secondo il ministero – terrà conto delle differenze di valutazione tra le scuole. Ma – continua Pittoni – non potrà tenere conto del livello qualitativo medio degli studenti dei singoli istituti, penalizzando di fatto chi frequenta strutture che garantiscono standard elevati”.
Si aggiunge così un nuovo problema a quello dei test, soprattutto a Medicina, dove c’è un solo posto disponibile ogni nove-dieci candidati. “Già oggi – sostiene l’esponente leghista – queste prove garantiscono l’accesso più per fortuna che per capacità. I test d’ingresso infatti, se ben formulati (merce piuttosto rara di questi tempi), possono essere (relativamente) utili per verificare il livello di preparazione alla fine di un ciclo di studi. Ben diverso quando pretendono di mettere a fuoco quanto sei portato a intraprendere un nuovo percorso, soprattutto in un settore particolare come quello medico”.
La proposta della Lega è allora quella di far accedere tutti i candidati a Medicina. E poi selezionarli strada facendo. La Lega Nord propone, in sintesi, “un sistema che lasci una possibilità a tutti, scremandoli dopo un certo periodo (un anno?) in base a un adeguato numero di esami da superare”.
Un modello simile a quello auspicato dal professore di chimica Luigi Fabbrizzi, dell’Università di Pavia: un anno di corso propedeutico, al quale si iscrivono liberamente gli studenti interessati, in cui vengono impartiti gli insegnamenti di base, comuni agli attuali corsi di laurea di natura biomedica (matematica, fisica, chimica, biologia, fisiologia); gli studenti sostengono gli esami e alla fine viene stilata una classifica sulla base della media delle votazioni. I primi classificati scelgono il corso di laurea d’interesse, fino all’esaurimento dei posti in quel corso e in quell’università.