Home Archivio storico 1998-2013 Estero In Francia si ventilano modifiche a orari e stipendi dei prof

In Francia si ventilano modifiche a orari e stipendi dei prof

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Secondo la Corte dei conti francese i docenti non hanno tutti le stesse competenze e le stesse aspirazioni e gli alunni non sono tutti uguali in tutte le scuole, ragion per cui pone con forza la necessità di superare definitivamente lo Stato giuridico degli insegnanti del 1950 per affermare il principio di efficacia ed efficienza nonchè una specifica attenzione ai bisogni reali degli alunni e alle grandi differenze fra le varie situazioni locali.
Le criticità della situazione attuale
La costruzione del Rapporto si fonda sull’analisi della situazione attuale che ha evidenziato le seguenti criticità:
1. crescente inefficacia della scuola francese: dal 2000 in poi i risultati degli alunni nelle indagini internazionali sono andati peggiorando con il contestuale aumento della dispersione
2. crisi del reclutamento degli insegnanti: tra il 2006 e il 2012 i candidati a un posto d’insegnamento sono passati da 6 a 2,7. Anche se la creazione di nuovi posti attuata dalla sinistra ha portato a una rimonta del numero dei candidati la crisi rimane
3. regole vecchie e superate per l’esercizio della funzione docente e la valutazione degli insegnanti;
4. assenza di carriera e inadeguatezza delle retribuzioni degli insegnanti francesi (35% inferiore alle retribuzioni degli altri funzionari di pari livello, e del 30% inferiore alla media europea), inadeguatezza della figura dell’agregé
5. pessima utilizzazione delle risorse disponibili: la Francia dedica all’istruzione una quantità di risorse paragonabile o superiore a quella di Paesi che hanno risultati molto migliori dei suoi.
Le proposte della Corte
Fra le proposte della Corte francese c’è quella di affidare ai dirigenti scolastici la scelta degli insegnanti e di regionalizzare i concorsi.
Inoltre la Corte considera importante creare una leadership intermedia che offra agli insegnanti percorsi di carriera, sul tipo di posti di coordinatori, di «leader»,di consiglieri pedagogici, ecc…
Nell’impostazione della Corte, gli insegnanti della scuola secondaria dovrebbero impartire un numero di discipline maggiore dell’attuale, almeno due come in Germania.
L’orario di servizio degli insegnanti dovrebbe essere onnicomprensivo e organizzato su base annuale, gestito dalle scuole autonome.
Le scuole, secondarie di 1° o di 2° grado, dovrebbero disporre di un numero di insegnanti più elevato rapportato al numero di allievi in difficoltà.
Sul versante della retribuzione per la Corte si possano pagare meglio i professori ripartendo in modo diverso i 49,9 miliardi di euro della loro massa salariale, che costituisce il 17% del Bilancio generale dello Stato e il 2,5% del Prodotto Interno Lordo (PIL).
La Corte afferma che si dovrebbero retribuire di più coloro che scelgono di lavorare nelle situazioni difficili dove si dovrebbe però alleggerire il numero delle classi per gli insegnanti.
La Corte non parla di salario in base al merito, ma ipotizza che l’impegno abbia un maggior riconoscimento, che venga assegnato un budget alle équipes pedagogiche, a cui spetta la propria autovalutazione.
La palla passa al Ministro e alle parti sociali, anche se la Corte continua a ipotizzare una scuola capace di rendere più produttivo quel 6,3% del PIL che viene speso. E soprattutto afferma di rivendicare una scuola più equa.