Terza dose vaccino anti Covid in arrivo. Pfizer e BioNTech annunciano di aver presentato all’agenzia statunitense Food and Drug Administration (Fda) i dati iniziali della loro sperimentazione a supporto della valutazione della terza dose di vaccino Covid per una futura autorizzazione di questo richiamo in persone dai 16 anni in su. Lo riporta l’agenzia AdnKronos.
Presto gli stessi dati verranno presentati anche all’Agenzia europea del farmaco Ema e ad altri enti regolatori al fine di avviare e ultimare un programma di sperimentazione clinica che valuti la sicurezza e la tollerabilità di una terza dose del vaccino Covid nei partecipanti adulti arruolati che hanno ricevuto una nuova dose del vaccino a 8-9 mesi di distanza dalla seconda dose.
Risultati incoraggianti
I risultati sono incoraggianti. La terza dose di vaccino pare metta in moto “anticorpi neutralizzanti significativamente più alti contro il virus Sars-CoV-2 iniziale e contro le varianti Beta e Delta”, rispetto agli anticorpi prodotti dalle prime due dosi, spiegano le aziende farmaceutiche in questione.
Vaccini scuola
Ma cosa significherebbe per il mondo della scuola il via libera alla terza dose? Tutto da vedere. I docenti e in generale il personale della scuola, che hanno rappresentato le prime categorie (dopo quelle fragili e dopo il personale medico) a ricevere le dosi di vaccino anti Covid, dovrebbero passare al Pfizer dopo avere iniziato il ciclo vaccinale attingendo alla scorta di AstraZeneca?
Un interrogativo che non spiana la strada al rientro in classe e che si somma alle polemiche sul Green pass obbligatorio e sui tamponi a pagamento per i docenti definiti no vax. Ad ogni modo, le terze dosi ci sarebbero, è quanto di recente ha dichiarato anche il ministro della Salute Roberto Speranza, chiarendo che non c’è alcun problema di approvvigionamento.
Andrea Crisanti
Sulla terza dose si esprime anche Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova: La terza dose “è assolutamente un’opzione ma ancora non mi pronuncio in merito, perché voglio aspettare i risultati di Israele. E spiega: “Per quanto riguarda la durata della vaccinazione, abbiamo a disposizione lo studio di Israele che dice che la protezione dura 8-9 mesi. Bisognerà quindi pensare a come proteggere tutte le persone vulnerabili e quelle che si sono vaccinate a gennaio 2021″.
Ma sul problema percentuale dei vaccinati, il microbiologo sostiene: “L’immunità di gregge non si raggiungerà mai”, ragion per cui il problema resta irrisolto.
Vaccini studenti
Poi, parlando della vaccinazione dei giovani sotto i 18 anni, sottolinea: “Più persone si vaccinano, meglio è. Per quanto riguarda i ragazzi, il rapporto costi-benefici è molto limitato, ma ciononostante fanno bene a vaccinarsi per dare un contributo a livello sociale e compiere un atto di generosità nei confronti della collettività”.
Errori di strategia
Sugli errori del passato nella gestione della pandemia Crisanti è durissimo. “La strategia è stata sbagliata fin dall’inizio – afferma – quindi è chiaro che anche oggi siamo in corsa. Ci portiamo dietro ancora gli errori commessi dalla scorsa estate, ma anche dell’autunno o dall’inverno. Non è stata messa in campo nessuna azione che mirasse a bloccare la diffusione del virus. I lockdown – sostiene l’esperto – sono stati sprecati. Dovevano servire per guadagnare tempo e nel frattempo trovare un modo per gestire la situazione, ma poi non è stato fatto nulla. Sarebbe stato il caso di dare un ‘liberi tutti’ quest’estate solo dopo aver messo in campo una serie di altri accorgimenti”.
Come curare il Covid
Riguardo a una cura, Crisanti si dice moderatamente ottimista: “Ci sono degli enzimi interessanti come le proteasi, che sono già stati utilizzati come bersaglio per farmaci molto efficaci, come nel caso dell’epatite C e dell’Hiv. Questi enzimi si sono dimostrati bersagli ideali, quindi sì, sono moderatamente ottimista sull’efficacia di una cura” per il Covid -19.