Fu ucciso a pistolettate dalla mafia il 29 agosto del 1991 l’imprenditore palermitano Libero Grassi, che aveva deciso di non cedere alle estorsioni della mafia, di non piegarsi al pizzo per continuare nella sua attività a Palermo, dove dava lavoro a 120 dipendenti nel settore tessile.
E questo suo impegno civile di cittadino e uomo libero lo aveva pure annunciato, come un manifesto morale e politico, con spirito orgoglioso, fermo e coraggio, in una lettera al Giornale di Sicilia, nella quale aveva pure scritto che non avrebbe mai pagato il pizzo ai parassiti che si ingrassavano del lavoro e dei sacrifici altrui.
«Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere. Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone ” e diremo no a tutti quelli come lui».
Tuttavia, a distanza di tanto tempo, di 30 anni, cosa è cambiato nella Palermo che all’epoca si ribellò contro l’assassinio dell’imprenditore? Poco a quanto sembra, anche se qualche segnale di ribellione contro i racket appare sempre più visibili.
Infatti, un’indagine della squadra mobile ha svelato che a Ciaculli il pizzo viene ancora pagato da una cinquantina di commercianti ai fedelissimi del nipote di Michele Greco, il “Papa” di Cosa nostra, per cui, se da un lato Palermo non sembra più essere quella di prima, c’è tuttavia un passato che non vuole più essere quello di un tempo, un passato che rischia sempre di tornare nell’indifferenza della politica soprattutto.
E Un tazebao, sistemato in via Alfieri ogni anno a Palermo, nel luogo del delitto, dalla famiglia del coraggioso imprenditore dice così: “Uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall’omertà dell’associazione degli industriali, dall’indifferenza dei partiti e dall’assenza dello Stato”.
E lo stesso cerimoniale si svolgerà pure domenica 29 agosto per “ricordare e raccontare alle giovani generazioni chi era Libero Grassi”.
Inoltre è in progetto la realizzazione di un parco intitolato a Libero Grassi in un’area di 11 ettari che si apre sulla costa sud di Palermo, ad Acqua dei Corsari.
In ogni caso quell’assassino portò con se pure la nascita dell’associazione Addiopizzo che ha affiancato all’attività di sostegno e di accompagnamento delle vittime commerciali fino alla denuncia, mettendo in moto un percorso importante di educazione alla legalità per le giovani generazioni che vivono in contesti disagiati.
E in occasione del trentesimo anniversario della morte di Grassi, Addiopizzo e la famiglia dell’imprenditore hanno promosso una giornata di iniziative in ricordo suo e della moglie Pina Maisano.
Per tale ragione la giornata del 29 agosto continua a essere un momento per interrogarsi su cosa sia rimasto dell’esempio di Libero Grassi, sul valore delle scelte di chi trova il coraggio di denunciare, sulle difficoltà che ancora si incontrano lungo tale percorso e su come cambiano le dinamiche criminali attraverso cui si realizza il racket delle estorsioni.
Ancora una volta tuttavia, la scuola ha un ruolo fondamentale nel sostenere la società civile contro questa criminalità organizzata sulla efferatezza, sulle estorsioni, sul delitto.