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Contratto si contratto no, contratto dai

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Parafrasando una bella e ritmica canzone di Elio e le storie tese , ci verrebbe da esclamare : “contratto si contratto no , contratto dai, contratto fantasma!”. Si parla tanto in questi giorni, da parte del governo, di un ulteriore blocco del contratto scuola, con relativo blocco degli scatti di anzianità. I Sindacati scuola, unitariamente, e sembrerebbe anche convintamente, invitano il governo a non emanare il decreto di blocco dei contratti. Quindi i sindacati si schierano contro il blocco del contratto e chiedono di aprire le trattative per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro dei dipendenti pubblici a partire da quelli della scuola. Bisogna ricordare che il contratto scuola vigente è fermo economicamente e giuridicamente al 2009 e che quindi è scaduto da 4 anni. Nel frattempo il potere d’acquisto ha reso gli stipendi già bassi del personale scolastico ancora più esigui, e per le leggi approvate in questi quattro anni dalla scadenza del contratto, che hanno spesso violato i patti contrattuali, il contratto vigente è stato reso poco più di carta straccia. I sindacati tutti, ricordano che il provvedimento reiterato del blocco dei contratti, sarebbe per il personale della scuola doppiamente penalizzante, in quanto al blocco del contratto si andrebbe ad aggiungere anche il blocco degli scatti di anzianità, che invece sono già previsti dal Contratto vigente e quindi sono già finanziati. Preoccupa il parere favorevole al blocco delle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera dei deputati e quello presumibile che dovrebbe arrivare a breve dal Senato, in quanto rappresenta un evidente monito che il nuovo contratto della scuola non si farà e quindi continuerà la fase di reiterazione del blocco e quindi di dovere continuare ad avere un contratto fantasma, sempre più delegittimato dall’invasione delle leggi che stanno repentinamente mutando il sistema scolastico italiano. Bloccare il contratto significa costringere il personale della scuola a vivere nell’incertezza normativa, significa costringere migliaia di Rsu ad agire nel caos più assoluto per una dualità contraddittoria tra il contratto fantasma e le leggi dello Stato. Il rinnovo contrattuale servirebbe, dopo alcuni anni di assoluta confusione, a ridare certezze, a fissare le regole del gioco in modo chiaro ed inequivocabile. Non si tratta quindi di un rinnovo soltanto in chiave economica, ma di un rinnovo soprattutto in chiave giuridica. In sostanza per dirla ancora come Elio e le storie tese, vorremmo sperare di non essere la terra dei cachi e quindi vorremmo dire no al contratto fantasma ed avviarci seriamente, per il bene di tutta la scuola italiana, all’apertura immediata di una vera e propria stagione di rinnovo contrattuale. Nel frattempo ci famo due spaghi per distrarci un po’.