“La chiamata diretta? È già fallita, un fallimento plateale già sperimentato con la renziana buona scuola“, lo dichiara in un comunicato il sindacato Flc Cgil, che torna a parlare dell’esigenza di una seria riforma del reclutamento dei docenti da definire entro il 2021, anche alla luce degli ultimi intendimenti del Ministro Bianchi circa la necessaria ulteriore semplificazione delle procedure.
Uno dei principali sindacati della scuola non crede, insomma, nell’ipotesi più volte rilanciata dal numero uno dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli, che vorrebbe la chiamata diretta da parte del dirigente scolastico al fine di velocizzare e rendere più efficiente un sistema di reclutamento che, interamente delegato ai concorsi, potrebbe non rispondere tempestivamente al fabbisogno di docenti che si riscontra specie in avvio dell’anno scolastico.
Il nostro sondaggio
Il sondaggio della Tecnica della Scuola raccoglie i pareri dei lettori sulla possibilità di assumere mediante chiamata diretta dei presidi.
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Quali punti fermi nella prossima riforma del reclutamento, secondo Flc-Cgil?
Per la FLC CGIL i punti fermi della prossima riforma dovranno essere due:
- innanzitutto la formazione in ingresso, intesa come momento chiave della professione docente, perché quando manca diventa difficilissimo recuperare il gap nella vita professionale successiva;
- e poi, l’unione di formazione e reclutamento in un unico sistema integrato, con un modello formativo strutturato e costruito in collaborazione tra scuola e università.