I fondi del Pnrr destinati all’edilizia scolastica sarebbero del tutto insufficienti: è quanto riferisce il rapporto di Legambiente, un’indagine effettuata su un campione di 7037 edifici.
Il ministro Bianchi ha annunciato che a questo obiettivo sono destinati 500 milioni di euro. Ma quanto incide questa cifra sui singoli edifici? Estendendo i risultati dell’indagine di Legambiente – il 41% di edifici necessita di manutenzione urgente – a tutti i 40 mila edifici scolatici del nostro Paese, significherebbe che ogni istituto riceverebbe attorno ai 30mila euro, una cifra assolutamente irrisoria, si comprende dal rapporto.
Leggiamo infatti nel documento di Legambiente: Se questa cifra complessiva dovesse essere destinata al solo campione di 7.037 edifici preso in considerazione dalla nostra indagine, il cui fabbisogno di interventi di manutenzione urgente dichiarato dalle amministrazioni riguarda 2.885 edifici (41%), avremmo a disposizione 173.310 euro a edificio per vari tipi di ristrutturazione. Cifra certamente non elevata, considerato che le amministrazioni beneficiarie di fondi nazionali per l’edilizia scolastica nel 2020 vedono una media di investimento di 215.551 euro ad edificio e di ben 378.177 euro quelle che hanno usufruito di fondi regionali.
Se dovessimo, inoltre, prendere la media percentuale di edifici che necessitano di manutenzione urgente emersa dalla nostra indagine (41%) e la applicassimo al numero complessivo di edifici scolastici italiani, circa 40mila, le risorse destinate a ogni singolo edificio supererebbero di poco i 30mila euro.
In alternativa, piuttosto che un intervento a pioggia su tutti gli edifici che necessitano di manutenzione urgente, il Ministero potrebbe optare per dare priorità alle aree più fragili, agendo sulla messa in sicurezza delle scuole in area sismica 1 e 2. Tuttavia ciò significherebbe lasciare del tutto privi di intervento molti istituti.
Ancora, infatti, – leggiamo sempre sul rapporto – un 60% di scuole che insistono in area sismica 1 non sono state progettate o adeguate secondo la normativa tecnica di costruzione antisismica, percentuale che nella zona sismica 2 supera il 90%. Così come non è più prorogabile la scadenza della verifica di vulnerabilità sismica di tutte le scuole, oggi effettuata dalle amministrazioni solo sul 15,5% degli edifici.
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