A partire da dicembre si aprirà la discussione sulle pensioni, secondo quanto stabilito dall’incontro tra i leader di Cgil, Cisl e Uil e il premier Draghi, insieme ai ministri Franco, Orlando e Brunetta.
Nella manovra, sembra di capire, non vi sarebbero le risorse per affrontare una riforma strutturale della previdenza, mentre appare sicuro che Draghi si sarebbe impegnato a modificare la legge Fornero portandola al Consiglio dei ministri, anche se non appare alcun intenzione di aumentare oltre i 600 milioni stanziati gli interventi per aumentare la platea di coloro che vorrebbero andare in quiescenza.
Premesse tutte questo che spingono i sindacati a fare pressing sul governo e pure a minacciare, come fa Landini della Cgil, la mobilitazione della categoria.
L’unico impegno che i sindacati possono vantare riguarda l’impegno ufficiale dell’esecutivo ad aprire già nei prossimi giorni al Mef un tavolo per discutere di politica fiscale e della ripartizione degli 8 miliardi di riduzione delle tasse prevista della manovra, anche con simulazioni tecniche per capire le ricadute delle scelte del governo e delle proposte sindacali.