È da anni che se ne parla e alcune scuole, prima degli anni del Covd, l’avevano pure sperimentato e a quanto sembra i risultati erano stati apprezzabili.
Con gli eventi pandemici, non se n’è più parlato, anche perché gli interessi sono stati altri. Ora che la tensione sembra allentarsi, anche perché si incominciano a delineare aperture alla scuola in presenza, ritenuta oggettivamente fondamentale per la didattica, in Svizzera, nota per gli orologi di precisione, ne hanno fatto oggetto di verifica sul campo e addirittura di uno studio volto a verificare se l’ingresso a scuola ritardato possa meglio influire sul rendimento degli scolari.
A intraprendere questa strada da parte degli scienziati svizzeri, ci sarebbe stato pure l’intervallo del lockdown che, come è noto, ha bloccato a casa i ragazzi costringendoli alla Didattica a distanza; da qui pure l’intenzione di capire se posticipando l’ingresso a scuola, come è accaduto coi ragazzi che si sono evitati il tempo del tragitto fino a scuola, si fossero ottenuti risultati migliori sul rendimento.
L’indagine, condotta coi ragazzi di Zurigo, ha rivelato che gli studenti in Dad si svegliavano in media 90 minuti più tardi rispetto ai loro colleghi prima della pandemia e che sono andati a letto circa 15 minuti dopo. Dunque avrebbero dormito 75 minuti in più al giorno, fatto che avrebbe, in base alle loro osservazione, avuto un impatto benefico sulla loro qualità di vita scolastica. Ma si sarebbero pure sentiti più in forma e in salute, con più energia e soprattutto con più tempo a disposizione per gli hobby, diminuendo perfino la quantità di alcol e nicotina.
Conclusione dello studio? Iniziare la scuola più tardi al mattino darebbe modo ai giovani di dormire di più, con la possibilità di avere una migliore qualità di vita legata alla salute.E se lo dicono in Svizzera, che sono maestri di precisone, bisogna crederci, forse.