Si parte con un processo di formazione orientato in una prima fase agli insegnanti e, quindi, agli studenti e alle loro famiglie. Il progetto si snoda in tre fasi: formazione di un Advisory Board di docenti e professionisti impegnati in ambito educativo; un Roadshow che raggiungerà le principali città italiane, in cui si insegnerà che “imparare digitale significa creare e accedere a nuovi contenuti, ripensando le fonti (e il web ne offre di illimitate) e sviluppando nuove abilità che possano garantire un futuro professionale più ricco e stimolante di quello attuale“; e un Osservatorio nazionale sui Media Digitali a scuola realizzato insieme all’Università Cattolica di Milano. Diversi i commenti sull’iniziativa, primo fra tutti quello di Sun Wang Myung, presidente di Samsung Italia che dice: “Siamo convinti che l’istruzione sia una leva strategica per la crescita del Paese“.
Segue a ruota Carlo Barlocco, senior vice president di Samsung Italia che afferma: “A casa i bambini sono a contatto quotidianamente con la tecnologia la scuola non può restare indietro.
Qui i bambini devono poter utilizzare strumenti moderni per imparare a fruire della tecnologia e non a subirla“. Tra i commenti si annotano anche quelli di Francesco De Santis, direttore dell’ufficio scolastico regionale della Lombardia: “I ragazzi sono molto veloci nell’imparare a utilizzare questi strumenti. Quello che serve, oggi, è formare gli insegnanti, far sì che aggiornino il loro metodo di insegnamento sfruttando al meglio la tecnologia”, e quelli di Pier Cesare Rivoltella, ordinario di Didattica generale e direttore del Cremit; “Introdurre tecnologia nelle classi senza verificare sulla base di evidenze cosa poi realmente succeda non consentirebbe di capire né come orientare il progetto stesso né cosa suggerire per delle policy che intendano muoversi su più ampia scala“.
Per verificare i risultati del progetto sarà attivato un monitoraggio attraverso l’osservatorio sui media e i contenuti digitali nella scuola del Centro di ricerca sull’educazione ai media, all’informazione e alla tecnologia (Cremit) dell’Università Cattolica di Milano