Gent. Ministro dell’Istruzione,
Il ruolo del Personale Educativo? Una categoria poco conosciuta e spesso ignorata! Esperti in didattica speciale, classe di concorso PPPP, con competenze psico-pedagogiche, molti laureati in Scienze dell’Educazione e della Formazione, in graduatoria ad esaurimento e da concorso, equiparati, ad oggi, economicamente e giuridicamente, agli insegnanti di scuola primaria… risultiamo essere una categoria scarsamente considerata perfino dallo stesso Miur.
E’ ora di chiarire e definirne doveri quanto diritti.
Si, proprio quei diritti negati, come se fossimo figli di un altro universo: come ad esempio il BONUS PER LA FORMAZIONE, negato e mai riconosciuto, se non per qualcuno che ha prodotto ricorso, ma mai divenuto riconoscimento ufficiale per l’intera categoria.
Ministro, Lei conosce il Personale Educativo, sa chi siamo? Conosce i Convitti e gli Educandati, e non mi riferisco alle scuole annesse o annessi alle scuole, intendo la realtà ed il lavoro svolto dal Personale Educativo.
Nei Convitti e negli Educandati esiste il tempo convittuale, con il carattere della residenzialità per i convittori e le convittrici, provenienti dai diversi contesti territoriali e regionali, ed esiste il tempo semiconvittuale.
Ministro, Le chiedo ancora, sa cosa sono queste realtà che Le ho appena descritto? Ministro, ad oggi, manca l’azione, in Parlamento, che concretizzi l’operare di questa figura professionale, l’educatore dei Convitti.
Il CCNL riporta a chiare lettere le nostre competenze e la nostra azione educativa, eppure nella realtà cosa veramente accade? E’ necessario che si valuti tanto l’istruzione quanto l’educazione.
Necessita una programmazione, definita e definibile, da includere, nei Programmi Ministeriali: il lavoro svolto dal Personale Educativo trovi valore per la valutazione degli alunni, che la partecipazione alle attività svolte sia concretizzata in giudizi, con media.
Le ore pomeridiane sono ore di semiconvitto e come tali devono svolgersi nel pieno rispetto della programmazione degli educatori, oggi, invece, seppur notevoli e lodevoli, le ore vengono utilizzate per progetti e Pon, che esulano l’attività degli educatori, e non sempre, anzi spesso, trovano gli stessi fuori dai medesimi.
Nelle Istituzioni Educative devono esserci educatori ed educatrici in tutte le commissioni e in tutti i progetti realizzati dalle scuole annesse ai convitti e dai convitti annessi alle scuole perché l’alunno, in tali realtà, al contempo rappresenta la scuola ma anche il convitto, e rammentiamo che il temine “annesso” non è equiparato a qualcosa di assoggettato o secondario, sono realtà che si completano.
Un alunno, che sceglie volontariamente di essere convittore o semiconvittore deve svolgere le attività proposte, e che le stesse non risultino opzionali.
Ad oggi, la partecipazione del Personale Educativo, al tavolo del consiglio di classe, è a titolo consultivo.
Noi, operiamo con i ragazzi quanto i docenti e più: nelle ore del convitto e del semiconvitto il ragazzo si apre nella sua forma libera di umano, con le sue caratteristiche e peculiarità, trascorriamo con lui intere ore del pomeriggio, della sera e della notte, proprio perché la realtà convittuale si articola nelle 24 h, lo conosciamo meglio e più dei docenti e forniamo validi suggerimenti.
SI DEVE RITORNARE AD EDUCARE OLTRE CHE ISTRUIRE, E QUESTA SFIDA È QUANTO MAI PIÙ NECESSARIA PER IL TEMPO CHE ATTRAVERSIAMO.
E poi, l’enorme discriminazione, in taluni Convitti annessi ad Istituti Alberghieri in cui vige una vecchia, obsoleta e stantia legge ottocentesca, che offre il sapore dell’oscurantismo e della discriminazione, sì, perché, oggi, nel 2022, superata da tutti i CCNL e successive applicazioni, è allarmante che le educatrici, donne, non possono ottenere trasferimento presso tali realtà.
Siamo rimasti al Medioevo!
CAMBIAMO QUESTA LEGGE che non offre dignità alle lavoratrici donne, che per il loro status vengono, ancor oggi, come ieri, riconosciute non adeguate a ricoprire ruolo per il servizio notturno con i convittori maschi.
Non è dignitoso consentire a soli uomini il trasferimento, la mobilità è di tutti, indistintamente, si deve procedere per meritocrazia, competenze certificate, esperienza in servizio, titoli e formazione: la Repubblica e lo stato italiano devono risultare garanti nel prendere in mano un testo, vecchio decreto regio, E contestualizzarlo per la società odierna.
Parimenti, Ministro Bianchi, l’assurdità di determinare in organico di diritto, una distinzione tra educatori ed educatrici in rapporto alla percentuale del numero degli iscritti e delle iscritte, in regime di convittori e convittrici, semiconvittori e semiconvittrici: la graduatoria è unica, e deve esserlo indistintamente dalla percentuale maggiore o minore delle distinte identità di genere, specie nella attuale società, ritenuta fluida.
E’ ora di cambiare, ed il cambiamento deve elevarsi a partire dalla volontà politica. Se ognuno di noi fa qualcosa, insieme, potremo molto.
Ad ognuno la propria parte.
Ministro, a Lei, la sua.
Antonia Amodeo