Home I lettori ci scrivono Vincitori concorso senza graduatoria di merito

Vincitori concorso senza graduatoria di merito

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Mi chiamo Francesca De Martin, sono un’insegnante precaria, abito a Lucca, insegno nella scuola primaria e da poco ho superato le due prove previste per il concorso ordinario selettivo a cattedra infanzia-primaria.

Insieme a migliaia di docenti precari, ci stiamo mobilitando a livello nazionale contattando i più importanti esponenti politici dei vari partiti, i segretari nazionali dei sindacati, giornalisti e redazioni televisive per accendere i riflettori su una vicenda che ci riguarda e che ancora una volta ci danneggia.

Per noi “vincitori” di questo concorso non è prevista alcuna graduatoria di merito per gli idonei, sempre istituita nei vecchi concorsi ordinari e prevista nel bando originario anche di questo concorso ma cancellata misteriosamente in corso d’opera.

In questi giorni riflettevo sulla nostra spinosa situazione e pervasa da un grande senso di inquietudine e di disperazione ho deciso di scrivere al Capo dello Stato per sottolineare che gli effetti del precariato ricadono negativamente e principalmente sul benessere psicologico degli alunni più piccoli, certificati e no.

Stabilizzare tutti noi non significa soltanto restituirci quella dignità che la nostra generazione ha perso da troppi anni ma significa soprattutto mettere i bambini al centro rispettando i loro diritti. L’andirivieni di supplenti, diventato la consuetudine nelle scuole italiane, produce nella mente dei piccoli alunni effetti devastanti e non fa che destabilizzare i bambini che si sentono smarriti, impauriti e demoralizzati per aver perso le loro figure di riferimento, le loro maestre.

Purtroppo il precariato non aiuta nessuno, né noi adulti, sempre con la valigia in mano proiettati verso un futuro ricoperto di nebbia, né i bambini che sono i primi a rimetterci in questo disastro creato e mai arginato.

Nessuno ci ascolta, nessuno ci vede, per lo Stato siamo invisibili.

Che i genitori si uniscano alla nostra lotta principalmente per il bene dei propri figli.

Noi siamo la generazione senza futuro, quella che non percepirà una pensione dignitosa, quella alla quale la banca non concederà alcun prestito per comprare una casa, quella che non potrà fare figli, una generazione di lavoratori poveri, stanchi, tristi, dimenticati, invisibili.

Ma quello che fa più male di questa vicenda è avere davanti agli occhi l’immagine vivida di tutti i bambini che ci abbracciano e piangono l’ultimo giorno di scuola, piccoli costretti a crescere in fretta, a dirci addio regalandoci un cuore disegnato su un pezzo di carta, con la tristezza sul volto perché sanno che non ci rivedranno mai più.

Qualcuno ci spieghi perché siamo adatti per le supplenze annuali ma non per ottenere il posto di ruolo che ci siamo guadagnati onestamente superando un concorso ordinario selettivo che presuppone un ampio bagaglio di conoscenze e competenze acquisite nel tempo.

Permettetemi infine un’ultima domanda alla quale nessuno vuole rispondere: diteci perché a settembre ogni anno ci vengono affidati bambini con disabilità nonostante la maggior parte di noi non sia in possesso della specializzazione conseguita al TFA però poi lo Stato non ci consente di partecipare al concorso per il sostegno e non ci conteggia questi anni di servizio nel caso in cui qualcuno di noi decida di partecipare alle prove per il posto comune.

Abbiamo lavorato o no?!

Allora o ci permettete di partecipare al concorso per entrare di ruolo sul sostegno oppure a Settembre per i bambini certificati assumete soltanto insegnanti specializzati.

In alcuni casi siamo idonei, in altri no, mistero della fede.

Francesca De Martin