Avrebbe favorito alcune aziende nella gara d’appalto per la realizzazione di alcune opere in paese.
Lancini, 48 anni, della Lega Nord, è diventato famoso nel 2010 per aver negato la mensa ai bambini della scuola elementare del paese, l’istituto comprensivo ‘Gianfranco Miglio’, i cui genitori (molti stranieri, ma alcune anche italiani in difficoltà) non erano in regola per il pagamento; e per la vicenda dei simboli leghisti disseminati per l’intero edificio scolastico, per la quale ultima “marachella” è stato condannato dalla Corte dei Conti al pagamento di circa 10.600 euro con sei assessori.
Oggi è indagato per peculato su denuncia della Cgil dopo aver inviato alle famiglie di Adro delle lettere su carta intestata del Comune per replicare ad alcune prese di posizione della stessa Camera del Lavoro di Brescia.
Se il reato venisse accertato, si dimostrerebbe, con carte alla mano, che il rigore nel pretendere le rette della mensa scolastica fosse solo una sorta di pretesto per inveire conto i più deboli, in nome di un preteso ad usum delphini principio di legalità che però, di fronte alle mazzette e alla prospettiva dell’arricchimento, frana ignominiosamente.