Il Governo mette in “riga” i docenti non vaccinati rientrati a scuola. E spiega perché ha deciso di lasciarli fuori dalle aule. A farlo è il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, secondo il quale i lavoratori che “dovrebbero insegnare il rispetto delle regole ai nostri ragazzi, per primi dovrebbero dare l’esempio”.
Costa ha ricordato che “siamo a due mesi dalla conclusione dell’anno scolastico. Per i nostri bambini e i nostri ragazzi, per i quali l’insegnante è una figura di riferimento, cambiarlo per reinserire chi era stato sospeso non credo, anche dal punto di vista pedagogico, sia una buona cosa”.
Il lato positivo: più lavoratori!
Il sottosegretario ha quindi sottolineato che “c’è questo personale che viene reintegrato”, ma “fortunatamente sono piccoli numeri”.
Poi, sembra volere trovare la chiave positiva sull’impiego dei docenti non vaccinati in ruoli alternativi e per 36 ore settimanali: visto che “c’è sempre stato il problema di carenza di organico, ora abbiamo un po’ di personale in più usiamolo per altre attività”, conclude Costa non soffermandosi sul fatto che i non vaccinati vengono utilizzati in attività alternative all’insegnamento frontale.
Critica la Rete della scuola in presenza
Le parole del sottosegretario non sono piaciute alla “Rete nazionale della scuola in presenza”, che riunisce oltre 40 comitati dì studenti, insegnanti e genitori in tutta Italia.
“Rilasciare dichiarazioni come quella del sottosegretario Costa – fanno sapere dalla Rete – equivale a mandare agli studenti italiani il messaggio che il diritto si può sovvertire, in quanto si può applicare una gravissima misura sanzionatoria rispetto a un fatto che non costituisce neppure illecito disciplinare”.
Quanti sono e dove lavorano
Nel frattempo, una parte dei prof non vaccinati ha deciso di presentare ricorso sia perchè ritengono di essere stati demansionati, non potendo insegnare, sia perchè il loro orario di lavoro è passato da 18 a 36 ore settimanali.
Secondo le ultime stime, parliamo di 3.812 insegnanti non vaccinati tornati al lavoro a partire dal 1° aprile: tra questi, la maggior parte (1.059) sono docenti di ruolo della scuola secondaria di secondo grado, quindi in servizio negli istituti superiori; seguono, con 813 casi, i maestri della primaria; la categoria con meno non vaccinati è quella dei maestri della scuola dell’Infanzia non di ruolo (solo 109 casi di docenti rientrati), seguiti dai docenti supplenti di scuola primaria e media, entrambi con 282 casi senza vaccino.
“Così li umiliate”
A patrocinare i ricorsi è stato l’Anief: il suo presidente, Marcello Pacifico, ha tenuto a dire, all’Ansa, che “non siamo in uno Stato di Polizia: nella scuola si accoglie e non si punisce”
“Piuttosto che cercare di umiliare 4mila insegnanti che non si sono sottoposti a un obbligo vaccinale per alcuni tribunali dai forti sospetti di costituzionalità per violazione di beni 11 articoli della Costituzione – continua il sindacalista – il sottosegretario Costa dovrebbe chiarire cosa ha fatto il Governo in un anno per ampliare gli spazi, garantire il distanziamento e ventilate le aule, in poche parole per garantire la sicurezza”.
Più sottile il ragionamento di Pino Turi, a capo della Uil Scuola: “i docenti per mestiere sono abituati a motivare le scelte e i ragionamenti che in questa vicenda, agita con un atteggiamento ideologico, di ragione ne ha veramente poca. La politica dovrebbe fermarsi e riflettere, considerando che la scuola è la sede del pensiero libero e critico che gli insegnanti trasferiscono ai propri studenti”.
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