Dopo che i fari mediatici avevano concentrato la propria attenzione sul collegato alla legge di stabilità 2014 che, con una delega in bianco al governo, avrebbe dovuto trattare alcune tematiche delicate sulla scuola, il Miur, con un breve comunicato stampa, smentisce il testo diffuso da alcune testate giornalistiche.
Infatti, in due righe, l’ufficio stampa del Miur chiarisce che “A seguito delle notizie di stampa sul disegno di legge delega in materia di Istruzione, Università e Ricerca, il Ministero precisa che il testo a cui si fa riferimento è da ritenersi del tutto superato”.
Si tratta di una retromarcia, rispetto alle reali intenzioni del governo, oppure il testo diffuso dalla stampa è realmente superato? Una risposta certa a questa domanda non è possibile averla, ma una cosa è certamente chiara: “Resta in piedi il disegno di legge delega su istruzione, ricerca e università”.
Il Miur smentisce soltanto i contenuti del disegno di legge delega, ma il metodo dell’utilizzo di una delega al governo resta intonsa. Ma se i contenuti sono cambiati, quali sarebbero adesso i nuovi contenuti che verranno approvati, come collegato alla legge di stabilità? Su questo fronte, il Miur e il suo responsabile ministro Carrozza, non si sbottonano; resta quel silenzio assordante, tipico dei momenti topici in cui viene calata dall’alto una riforma che non piace. Ecco che riecheggiano nelle nostre menti i famosi tabù, evocati dal ministro Carrozza, che rappresenterebbero la barriera per attuare le riforme sulla scuola pubblica italiana.
Dietro lo scarno comunicato del Miur si potrebbe celare anche un motivo, puramente politico, volto a proteggere le primarie del partito democratico, che si svolgeranno il giorno dell’Immacolata concezione. Quindi il breve comunicato stampa del Miur, potrebbe essere letto come una “primaria” retromarcia, volta a non incrinare il rapporto tra i cittadini e lo stesso partito democratico. Infatti le tematiche riformistiche del DDL delega sull’istruzione, filtrate mezzo stampa, avrebbero rappresentato non pochi imbarazzi per il partito democratico e il suo elettorato. Il silenzio del ministro su questa vicenda è a dir poco imbarazzante, quasi ad evidenziare una mancanza di idee politiche e di insicurezza programmatica. Il ministro Carrozza dovrebbe rispondere ad alcune domande, cercando di fare chiarezza ed evitando un silenzio di comodo. Si vuole realmente riformare gli organi collegiali delle singole scuole, sostenendo il vecchio ddl Aprea-Ghizzoni? Si vuole realmente mettere mano allo stato giuridico ed economico dei docenti? Si vuole riformare il reclutamento del personale dando alle singole scuole o alle reti di scuola poteri di autonomia sulle assunzioni? Lo si dica chiaramente a prescindere dalle primarie del PD, in quanto queste sono beghe di partito, mentre la scuola pubblica è un interesse della collettività. Servirebbero chiarezza ed onestà politica ed intellettuale.