Quando un insegnante, soprattutto di materie portanti, dimostra una certa incompetenza nella sua opera di docenza, questo comporta inevitabilmente un grave problema per la scuola.
Se ad esempio un docente di matematica e fisica in un liceo scientifico o un docente di latino e greco in un liceo classico, non riescono a trasmettere conoscenze e a fare acquisire competenze disciplinari specifiche, ma al contrario generano nei loro allievi smarrimento e confusione, la protesta e lo scontento degli stessi allievi e delle loro famiglie non tarda ad arrivare sulla scrivania del dirigente scolastico.
Di norma i dirigenti scolastici, se il problema è limitato a qualche genitore ansioso o estremo difensore di un figlio poco studioso, tendono a difendere l’operato e la deontologia professionale dei propri professori, mettendo tutto a tacere.
Ma se il problema della protesta è generalizzato ed anche circostanziato, dove anche i genitori degli alunni studiosi, che hanno sempre dimostrato un profitto eccellente, si dimostrano preoccupati per il corretto apprendimento dei propri figli, il dirigente scolastico si ritrova con un problema di non facile soluzione ma comunque costretto dagli eventi a intervenire.
Cosa può fare un dirigente scolastico che si trova davanti a situazioni del genere? Bisogna dire che proteste del genere, portate avanti da genitori agguerriti e giustamente pretenziosi, sono all’ordine del giorno in tutte le scuole d’Italia.
Quando la protesta è quindi giustificata e verificata da forme d’indagine conoscitiva, attuate nel rispetto delle norme, dagli stessi dirigenti scolastici, la soluzione del caso è ardua molto ardua. Cosa può fare quindi il dirigente scolastico per calmare le ire funeste dei genitori indiavolati? Tra le strategie possibili, il Ds si gioca due carte che di solito funzionano o che comunque edulcorano il problema.
La prima è promettere ai genitori che l’anno successivo, il prof Caio, che tanti problemi sta creando, sarà dirottato in altre classi e verrà sostituito dal prof. Tizio, che ha fama di bravo insegnante. La seconda carta, che il Ds si gioca per ovviare al disservizio creato, è quella di garantire per l’anno in corso un supporto didattico di approfondimento settimanale ed extracurricolare per tutta la classe , tenuto sempre dal bravo prof. Tizio, per porre rimedio all’inefficienza dell’attività curriculare.
Queste situazioni, sopra descritte, sono una realtà quotidiana del vissuto delle scuole che i dirigenti scolastici conoscono benissimo. Di fatto sono già forme pratiche e vissute di meritocrazia e valutazione. In situazioni del genere sono quindi le stesse famiglie a giudicare e valutare l’operato degli insegnanti, esprimendo dissenso o consenso sull’operato del docente.
La scuola italiana è fatta di molti prof. Tizi e qualche prof.Caio, che con la sua incompetenza e a volte la sua presunzione, danneggia l’intera categoria e per di più rappresenta un costo aggiuntivo per la scuola.
È noto all’interno di ogni istituzione scolastica, quali sono gli insegnati Tizi e quali quelli Caii, lo sanno anche i genitori e gli alunni ed ovviamente il dirigente scolastico, quindi già esiste un sistema di valutazione che per ora è sommerso e che presto potrebbe emergere, per il bene della scuola e dell’intero sistema scolastico.
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