L’educazione civica a scuola, materia già contemplata dai precedenti ordinamenti scolastici, disciplinata dalla Legge 92/2019, da settembre 2020 è una disciplina trasversale che interessa tutti i gradi scolastici, a partire dalla scuola dell’Infanzia fino alla scuola secondaria di II grado.
L’insegnamento ruota intorno a tre nuclei tematici principali:
- costituzione, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà;
- sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio;
- cittadinanza digitale, che si sostanzia dei diritti digitali che, grazie al supporto di una serie di strumenti e processi, contribuiscono a facilitare a cittadini e imprese la fruizione dei servizi della Pubblica Amministrazione, rendendola più vicina e accessibile agli utenti.
Lo scorso anno, ho avuto modo di partecipare alla progettazione educativo – didattica di tale disciplina.
Un primo aspetto importante che mi ha colpito è la questione del monte ore, infatti l’impostazione della normativa sottrae di fatto ore alla propria materia, questo permette allo Stato di non avere oneri, e quindi è una disciplina a costo zero.
Tuttavia, una disciplina importante come l’educazione civica dovrebbe, proprio per la sua trasversalità, essere insegnata da un docente qualificato e specializzato. Inoltre, 33 ore aggiuntive che gli studenti affrontano in maniera frammentaria in 6 discipline, sono precedute da riunioni infinite per stabilire i contenuti del programma, la suddivisione dei contenuti e le verifiche da pianificare. Sono questi gli aspetti che insieme alle altre attività fanno del docente un burocrate oberato di impegni.
Questo è il prezzo pagato dai docenti spesso criticati gratuitamente da chi a scuola non ci ha mai messo piede, ma che invece non hanno il tempo materiale per esaltare la funzione didattica, mancanza che quindi si riverbera inevitabilmente sugli studenti.
Ma per quale motivo il Ministero non assume dei docenti di diritto?
La risposta è presto data, lo Stato così facendo risparmia circa mezzo miliardo di euro, anche perché i docenti di diritto sono attualmente in esubero e quindi già pagati.
Concludendo, posso affermare che questa impostazione va evidentemente ripensata e ristrutturata, poiché allo stato attuale, oltre a servire a qualche politico per la propaganda, resta una mera giustapposizione di una materia che diventa fantasma.
Francesco Aloisi