Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi chiede l’aiuto degli studenti per realizzare la riforma della scuola. Rivolgendosi ai giovani presenti all’Oxfam Festival a Firenze, Patrizio Bianchi ha chiesto loro di aiutarlo “a cambiare la nostra scuola: se riuscissimo a creare un grande movimento in questo paese per cambiare la scuola, ma in termini affettuosi, perché abbiamo bisogno di lasciare ai ragazzi che vengono dopo di voi una scuola migliore, credo che sarebbe un grande lavoro che potreste fare”.
Dopo due anni in casa…
“Voi avete fatto questa esperienza – ha proseguito – di due anni in casa, l’esperienza del ritornare a scuola e la fatica del ritrovarsi, farete adesso l’esperienza della gioia del ritrovarsi insieme facendo anche tante cose, però dovete da questo fare un pensiero, distillare una riflessione che dovete consegnare ai ragazzi più giovani di voi. Si fa anche così la vera riforma della scuola, nel momento in cui voi stessi che siete a scuola cominciate a pensare a chi verrà dopo di voi”.
Per il ministro Bianchi “è il momento di dimostrare che questo Paese ce la può fare, e ce la può fare in una maniera molto semplice: mettendo voi nella condizione di fare quello che voi mi avete chiesto oggi, di partecipare di più, di domandare di più, di chiedere di avere più spazi di discussione, più spazi per capire, più spazi per stare insieme. Quando la gente mi dice che è difficile, è vero, ma proprio perché è difficile bisogna farlo insieme a volte. Ci sono dei pesi che portati da soli sembrano insostenibili, quando li portiamo insieme si può fare: ragazzi, si può fare, facciamolo insieme”.
Quale riforma?
Il ministro dell’Istruzione non ha fatto alcun riferimento a quale riforma si riferisse. Probabilmente ha chiesto agli studenti di sostenerlo nell’azione che sta portando avanti, a livello di Governo e di dicastero dell’Istruzione.
Quindi, l’auspicio di Patrizio Bianchi è quello di avere quel consenso, almeno tra i giovani, che nell’ultimo periodo sta venendo meno da parti sociali e soprattutto sindacati (che proprio oggi hanno confermato lo sciopero contro il decreto legge 36 su reclutamento e formazione, oltre che per le poche risorse utili al rinnovo contrattuale).
La riforma, però, potrebbe anche riguardare parte dei cicli scolastici, in particolare la secondaria di primo grado che più volte il ministro ha detto di volere riformulare, perché con troppe discipline, per avvicinarla alla modalità didattica del primo ciclo.
Nella revisione della scuola che vorrebbe il ministro, inoltre, dopo l’attività motoria introdotta nelle classi terminali della primaria, dovrebbe trovare maggiore spazio anche la musica.
Le proteste degli studenti
Una parte consistente degli stessi studenti, nel corso dell’anno scolastico, hanno inoltre manifestato il loro dissenso verso l’attuale gestione della scuola, sia per la mancata risposta della scuola al Covid, sia per l’ancora debole sicurezza che si ravvisa in molte scuole, con la protesta (anche sotto forma di occupazione di decine di istituti) che ha toccato l’apice a seguito della morte, durante gli stage, di due studenti frequentanti istituti regioni di formazione professionale: nel corso del passato inverno, a distanza di pochi giorni, due incidenti si sono portati via prima il 18enne Lorenzo Parelli, travolto da una putrella all’interno di un’azienda meccanica della provincia di Udine, e poi Giuseppe Lenoci, di soli 16 anni, vittima di un incidente stradale.
Anche a seguito dei due incidenti mortali, gli studenti che hanno partecipato agli Stati generali della Scuola a Roma si sono mostrati molto critici verso l’amministrazione scolastica, chiedendo la fine del Pcto, interventi anti-Covid, classi meno numerose, più investimenti nella scuola e maggiore sicurezza in aula.