In attesa degli importanti interventi strutturali e di manutenzione finanziati con alcuni miliardi europei del Pnrr, le scuole italiane, oltre la metà delle quali costruite almeno 45 anni fa, continuano a mostrarsi poco sicure.
L’ultimo pericolo (fortunatamente senza effetti) si è verificato martedì 17 maggio, quando un pezzo di intonaco di circa 40 centimetri si è staccato dal soffitto di un’aula del plesso Rodari di Caivano, in provincia di Napoli: gli alunni erano appena usciti per andare in sala mensa, nessuno è rimasto quindi coinvolto dal crollo.
“Se fossero stati presenti – scrive il cronista dell’Ansa – si sarebbero rischiate conseguenze visto che il pezzo di intonaco ha colpito tre-quattro banchetti. Sul posto è intervenuto anche l’ufficio manutenzione della Polizia locale”.
“Per fortuna i nostri figli non erano in classe perché in sala mensa altrimenti ci saremmo potuti trovare davanti a una tragedia”, hanno detto con una certa apprensione i genitori dei bimbi del Plesso Rodari, parlando con il consigliere regionale di Europa verde, Francesco Emilio Borrelli.
“E’ una vicenda gravissima – ha commentato a sua volta Borrelli – per la quale abbiamo chiesto spiegazioni all’amministrazione della scuola per capire come sia stata possibile una cosa del genere. L’incolumità dei bambini non può essere affidata al caso o alla fortuna. Le nostre scuole dovrebbero essere i posti più sicuri al mondo”.
Da Trento a Torino fino a Catania…
Nell’ultimo periodo, quello delle tragedie sfiorate è diventato un elenco piuttosto lungo. Solo venti giorni fa, nell’istituto tecnico Buonarroti di Trento è crollata una parte del controsoffitto del corridoio da cui si accede alla palestra. Fortunatamente, il cedimento è avvenuto durante il fine settimana ed è stato scoperto alla riapertura della scuola.
Lo scorso 20 dicembre, nell’Istituto Comprensivo 3 di Carmagnola, a 30 chilometri da Torino, nella sala adiacente alla mensa della primaria una porzione del controsoffitto del magazzino, accanto ai locali della ristorazione, è crollata, forse a causa dei lavori che una ditta stava compiendo nei bagni del piano superiore: il pannello è caduto sulla testa di una dipendente della società che si occupa della mensa e che è rimasta ferita.
L’anno scorso a Catania, nel liceo statale “Enrico Boggio Lera”, che ospita uno scientifico e un linguistico e conta circa 1.500 studenti, si è assistito al crollo di parte del tetto dell’edificio, probabilmente a causa delle infiltrazioni di acqua piovana.
In un anno tra i 30 e i 40 crolli
Anche i numeri sono poco confortanti: dall’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva risulta che vi sono 460 mila i bambini e ragazzi che studiano in 17mila classi con più di 25 alunni, e che vi sono ancora troppe scuole sono poco sicure e prive di certificati, tanto che nel giro di neanche un anno si sono verificati ben 35 crolli a scuola. Praticamente tre crolli al mese.
Come se non bastasse, oltre la metà degli istituti scolastici è privo del certificato di agibilità statica (54%) e di quello di prevenzione incendi (59%); il 39% è senza collaudo statico. 35 gli episodi di crolli che si sono verificati a scuola fra settembre 2020 ed agosto 2021, circa tre al mese.
Sono percentuali che sarebbe bene sempre ricordare. E non pensare che poco più di 200 scuole innovative a fronte di oltre 40mila plessi scolastici in buona parte bisognosi di manutenzione o di verifiche, possano essere la soluzione al problema.
I presidi: abbiamo le mani legate
Giusto un anno fa, i responsabili di alcuni sindacati dei presi hanno posto il problema direttamente al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi,: nel corso nell’incontro “Una giusta direzione“, Paola Serafin, segretaria nazionale Cisl Scuola, disse che “il decreto legislativo 81/2008 prevede che il datore di lavoro abbia autonomi poteri decisionali e di spesa”, tuttavia “il dirigente non ha questi poteri in relazione agli aspetti strutturali dell’edifico scolastico: non dispone di un ufficio tecnico, non ha fondi per istituirlo, spesso non possiede nemmeno la documentazione relativa all’edificio, perché gli enti proprietari non la forniscono”.
Secondo Serafin, “in queste condizioni non è pienamente garantita la sicurezza degli allievi e del personale; inoltre, si chiede ai dirigenti scolastici di assumere responsabilità per ciò che gli enti proprietari dovrebbero fare e talvolta non fanno, in tema di manutenzione e di edilizia scolastica”.
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