Occorre al più presto unificare i due programmi, ‘Latte nelle scuole’ e ‘Frutta nelle scuole’, sotto un unico cappello per rafforzare la lotta all’obesità infantile, che nell’Ue colpisce un bambino su tre tra i 6 e i 9 anni. La proposta è stata lanciata, il 30 gennaio, dalla Commissione europea. Che ora passerà al vaglio di Parlamento e Consiglio Ue, per educare i più piccoli a un’alimentazione corretta con il nuovo slogan “Mangiare bene per stare bene”.
Il programma ‘Latte nelle scuole’ è stato introdotto nel 1977 e coinvolge ogni anno 20 milioni di bambini, mentre ‘Frutta nelle scuole’, lanciato nel 2009, raggiunge 8,5 milioni di piccoli scolari. Continua infatti ad aggravarsi il trend di diffusione dell’obesità tra i piccoli: nel 2008 erano 1 su 4, due anni dopo 1 su 3. Quindi, dall’anno prossimo, come già concordato nel negoziato sul bilancio Ue, maggiori anche le risorse: 230 milioni di euro (di cui indicativamente 150 per la frutta e 80 per il latte) per anno scolastico contro i 197 di quest’anno (rispettivamente 122 per la frutta e 75 per il latte). Al momento non è ancora stata fatta l’assegnazione paese per paese dei nuovi fondi. L’Italia ha beneficiato di oltre 20 milioni di euro sul fronte frutta e verdura per gli ultimi due anni scolastici (2012/2013 e 2013/2014), di 18 mln per il 2011/2012 e di quasi 21 per il 2010/2011. Per il programma sul latte, invece, l’Italia ha utilizzato circa 2 mln di fondi Ue per il 2011/2012, 1,6 per il 2010/2011 e 2 per il 2009/2010. La partecipazione ai programmi non è obbligatoria: Svezia, Gran Bretagna e Finlandia hanno finora deciso di restare fuori da quello sulla frutta, mentre Grecia e Croazia, finora fuori da quello per il latte, vi entreranno a partire dal prossimo anno.
La nuova proposta, che semplifica l’utilizzo dei finanziamenti Ue introducendo un regolamento unico, prevede anche un margine di flessibilità sino al 15%, ha spiegato il commissario all’agricoltura Dacian Ciolos, per poter spostare i fondi dal latte alla frutta secondo le esigenze di ogni paese. Gli stati membri saranno anche liberi di introdurre non solo latte o frutta e verdura fresca nelle scuole, ma anche prodotti derivati o lavorati come yoghurt, olio di oliva, miele e così via. Potrà essere dato più o meno spazio anche all’aspetto didattico, con l’organizzazione di corsi di giardinaggio o visite in fattorie e campagna, a seconda degli obiettivi specifici fissati dai singoli stati membri.