Tra le cause: la globalizzazione, l’estrema facilità degli individui a viaggiare per il mondo e l’immigrazione.
E spiega ancora che trattandosi di una malattia a trasmissione respiratoria attraverso colpi di tosse e starnuti, la propagazione della malattia aumenta esponenzialmente laddove sono presenti gruppi e luoghi chiusi. L’alta diffusibilità di questa malattia comporta il verificarsi di piccole epidemie.
“Ad avvenuto contagio i primi sintomi rivelatori sono disturbi respiratori, come una bronchite persistente. In questa fase l’RX del torace permette di fare una diagnosi per capire se si tratta o meno di tubercolosi. Con il passare del tempo la tosse si intensifica sino a provocare espettorati anche emorragici. Tra i consigli degli specialisti della Simit, la presenza costante di uno staff medico che tuteli e sorvegli tutti i principali luoghi di formazione, così da riconoscere sintomi e malattie prima che si propaghino. I soggetti più a rischio sono gli immunodepressi, ossia le persone che fanno uso di farmaci che possono comportare un’immunosoppressione. Parliamo di pazienti che si curano da semplice malattie dermatologiche o gastroenterologiche, o che fanno uso di cortisone. Ma siamo tutti a rischio, e noi medici dobbiamo imparare a diagnosticare più velocemente possibile questa malattia”.
Per quanto riguarda la scuola, l’Asl 3 di Pistoia ha rivelato che, in seguito a uno screening effettuato dopo un primo caso di Tbc scoperto a fine dicembre, in questi giorni se ne sono registrati altri 12. È infatti scattato nella scuola il protocollo di sorveglianza sanitaria: i controlli hanno coinvolto 88 giovani della scuola, appartenenti a tre classi, la sua e altre due che hanno condiviso alcune attività didattiche. Controllati anche parte del corpo docente e personal