Non accenna ad esaurirsi, tra le forze politiche, lo scontro sullo Ius Scholae, proposta legislativa che, rischiando di diventare una questione ideologica o, peggio, una bandierina elettorale, ha alte probabilità di arenarsi in Parlamento.
Il partito di Matteo Salvini, infatti, ha presentato 1500 emendamenti, pur di bloccare il provvedimento, provocando contestazioni e malumori in seno al Partito Democratico. Enrico Letta, parlando alla Direzione, dichiara che il Pd “non arretra di un millimetro” su un testo che – sottolinea il numero uno del Nazareno – non assicura solo “diritti”, ma corrisponde a un “interesse nazionale”, per un Paese che vive una crisi demografica drammatica.
“Siamo noi i veri patrioti, non Meloni e Salvini”, aggiunge.
Replica la Lega: “Spiace che il PD, che una volta rappresentava i lavoratori, adesso abbia come priorità droga e immigrati. Le minacce di Letta? Non spaventano nessuno, Enrico stia sereno”. Infine i due capigruppo Romeo e Molinari provocatoriamente chiedono a Pd e M5s se “vogliono lavorare per il Paese insieme alla Lega o se preferiscono una crisi di governo”.
Mario Draghi non offre la sponda a nessuna delle parti in causa: “Sono proposte di iniziativa parlamentare e quindi il governo non prende posizione né io le commento”, dice in conferenza stampa.
Quanti ragazzi coinvolti nel provvedimento?
Si parla di circa “800 mila giovani figli di immigrati nati in Italia o che vi sono arrivati prima di aver compiuto i 12 anni, ragazzi cresciuti fianco a fianco con i nostri figli, con i quali condividono la scuola, gli hobby, gli sport, il dialetto, le stesse passioni. Tutto, ma non gli stessi diritti”. Lo dichiara Camilla Sgambato, componente della Direzione Nazionale del Pd.
“Questi ragazzi stanno diventando ostaggio delle destre più ottuse ed ipocrite che alla camera stanno dando il peggio. Nella discussione di un provvedimento che non toglie nulla a nessuno, né tantomeno mette a rischio sicurezza e convivenza, sta andando in onda uno spettacolo indegno. Le destre ci ricattano minacciando la crisi di governo, mischiano il testo con la paura dei fenomeni migratori, fanno propaganda pura senza entrare nel merito, provano a fare a gara a chi è più di destra. Il tutto per un provvedimento che aggiunge e crea le condizioni per una società più giusta e inclusiva”, conclude Sgambato (Pd).
Il calo demografico è la fine delle classi pollaio?
Numeri, quelli del calo demografico, che sono reali, come abbiamo più volte riferito, e che hanno portato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a derubricare il problema delle classi pollaio a una questione in via di risoluzione naturale. “Il vero problema del paese è che tra il 2021 e il 2031 noi perdiamo 1 milione e 400mila bambini, cioè si arriverà a un’emergenza nazionale”.
E sui numeri medi di alunni per classe puntualizza: “Io ho qui i dati che ci dicono che noi abbiamo una media per la primaria che va da 19 a 18 alunni per classe; per la scuola media si va da 20 a 20,2 alunni per classe; e nelle superiori siamo tra 20,9 e 20,2. Questa è la media. Poi nella scuola superiore possiamo ancora rilevare qualche addensamento come effetto ritardato della curva demografica. Ma il nostro problema sarà come fare a tenere aperte le scuole. Ad esempio nelle Marche,” ha ribadito il ministro.