Il Ministero dell’Istruzione, col fine cruciale di ripristinare una continuità abbattuta da chiusure, norme dispositive derivanti dalla precaria situazione sanitaria, ha provveduto ad organizzare delle attività scolastiche aggiuntive da svolgersi nell’estate corrente, le quali prevedono iniziative ludiche, laboratori con fini didattici ed educativi. Il secondo fine, legato all’emergenza umanitaria dovuta al tragico conflitto in svolgimento alle porte d’Europa, sarebbe quello di garantire un recupero didattico, contenutistico e disciplinare ai ragazzi ed alle ragazze ucraine accolte nel Belpaese, lasciando, come ogni anno, i plessi aperti nel periodo estivo. Le scuole si sono unite in una rete sotto l’egida del Piano Scuola Estate, costituito da oltre 3.000 plessi che mettono a disposizioni ambienti al chiuso ed all’aperto, laboratori e palestre. Si stima che tale offerta didattica, disciplinare e perché no ludica potrò raggiungere circa un milione di studenti.
L’organizzazione della rete: plessi, attività e fasi di sviluppo
Sono numerosi i progetti da organizzare seguendo dei fini didattici e contenutistici precisi, articolati sulla base del mese di riferimento. La prima fase del Piano, con la conclusione prevista entro fine giugno, ha come obiettivo quello di garantire un dovuto sviluppo delle competenze relazionali e sociali dei ragazzi, in modo tale da far comprendere loro la rilevanza, in società democratica, della cittadinanza attiva, delle norme che regolano la civiltà, diritti e doveri. Tale fase, inoltre, si inserisce perfettamente in una retorica e dinamica di accoglienza in fase di guerra per decine di migliaia di ucraini: la loro alfabetizzazione interrotta dalle operazioni militari deve continuare con successo. Il secondo iter è relativo invece alla “scuola aperta”, dedicato al potenziamento delle abilità di integrazione territoriale legati alla comunità che vi abita. Terza, non per importanza e in svolgimento tra luglio e settembre, è funzionale al prossimo rientro in classe, e prevede l’organizzazione di laboratori multidisciplinari.
I fondi: oltre 280 milioni di euro a disposizione da UE e Ministero
Per attivare, organizzare e mandare avanti l’iniziativa sono necessari fondi ingenti per allestire strutture e acquistare i materiali, nonché reclutare educatori esterni. Per quanto riguarda le risorse PON europee (99 milioni di euro totali), è prevista la realizzazione di più di 57.000 progetti in oltre 3.000 strutture scolastiche. Le ore di attività previste, legate alle attività poc’anzi menzionate, superano il milione e le 700 mila unità. Il potenziale raggiungibile dalle iniziative è pari a 1 milione e 61 mila studenti e studentesse afferenti a 3.119 scuole, di cui 2.030 primarie di primo grado, 1.058 del secondo ciclo e 31 Centri di Istruzione per gli adulti. Tirando le somme, i progetti avanzati ed approvati hanno l’assetto più disparato: la stragrande maggioranza (17 %) riguarda lingue e comunicazione, seguita dal 14 % attinente a digitale e competenze informatiche e dal 10 % di educazione alla salute ed alla pratica sportiva. Non mancherà teatro, autoconsapevolezza, scrittura creativa e laboratori artigianali con la compagnia ed il supporto di esperti di settore.