Tra i risarcimenti stipendiali dei precari della scuola e le suppellettili del Miur, è più importante risarcire chi ha lavorato essendo stato sottopagato o tutelare gli oggetti presenti e giacenti a viale Trastevere presso il palazzo del Ministero della pubblica Istruzione?
Inutile rispondere a questa domanda, in quanto la risposta è scontata. Stiamo parlando della condanna subita dal Miur, che imporrebbe il risarcimento, da parte del Dicastero guidato dal ministro Maria Chiara Carrozza a qualche centinaio di precari della scuola, ma che a due anni dalla sentenza non è ancora stato saldato.
La notizia è che il Ministero dell’Istruzione è stato condannato a risarcire 472 insegnanti che avevano percepito uno stipendio totalmente inadeguato, rispetto al servizio realmente svolto. Esiste a tal riguardo una normativa europea, precisamente la direttiva 1999/70/CE, che prevede attraverso le sue clausole, che il lavoro del personale precario della scuola venga equiparato giuridicamente ed economicamente al personale già assunto a tempo indeterminato. Secondo un principio di non discriminazione tra lavoratori, la direttiva europea 1999/70 CE, dispone la prevenzione degli abusi derivanti dall’utilizzo di un ripetersi continuativo di contratti di lavoro a tempo determinato.
L’Italia ha anche recepito tale direttiva europea, approvando nel settembre 2001 il decreto legislativo n. 368. In questo decreto legge, si sottolinea che un contratto a tempo determinato può essere prorogato non più di una volta e che la durata totale massima di uno o più contratti a tempo determinato, stipulato secondo la stessa tipologia, non può superare i tre anni.
In buona sostanza un docente precario inserito nelle graduatorie ad esaurimento, secondo quanto previsto dalla direttiva europea, recepita dalla normativa italiana, dopo il terzo contratto annuale a tempo determinato, dovrebbe essere regolarizzato con un contratto a tempo indeterminato.
Queste norme appena citate vengono completamente disattese dal nostro ministero dell’ Istruzione, che però adesso è chiamato a risarcire alcune centinaia di docenti.
Così, a due anni dalla sentenza, senza che il Miur abbia pagato i 472 insegnanti per come disposto dalla giustizia amministrativa, ecco arrivare alle porte del Miur l’ufficiale giudiziario, coadiuvato da una rappresentativa delegazione del Codacons. In questa visita dal carattere puramente dimostrativo è stato chiesto al Miur il pignoramento dei mobili del palazzo, compresi orologi, ombrelli e lampadine. Si è arrivati a chiedere, come richiesta simbolica, la comoda poltrona del ministro Carrozza. La richiesta, che appunto è stata simbolica, non ha avuto esito positivo, almeno per adesso.