Le scuole sono: sei di Avezzano (il liceo scientifico Pollione, l’istituto statale d’arte Bellisario, l’istituto statale per l’agricoltura e l’ambiente Serpieri, l’istituto tecnico per geometri Alberti, l’istituto tecnico commerciale Galileo e il liceo classico Torlonia) e tre nella città di Sulmona (il liceo scientifico Fermi, l’istituto statale d’arte Mazzara e l’istituto statale per geometri De Nino-Morandi).
In particolare nell’articolo di Repubblica.it si descrive che l’istituto per geometri De Nino-Morandi, ricostruito con i fondi del terremoto in Abruzzo, non ha le fondamenta sicure e che il rifacimento dello stesso istituto è costato cinque volte il prezzo reale che si sarebbe dovuto finanziare.
In altre parole invece di costare 49 mila euro, sono stati pagati ben 248 mila euro di false fatturazioni per i lavori della sua “messa in sicurezza”.
Infatti, sempre secondo l’articolo di Repubblica.it, nelle fondazioni mancano 32 micropali (sugli 80 previsti dal capitolato d’appalto) necessari per la tenuta strutturale della scuola.
Un altro caso eclatante riportato nell’articolo è quello riguardante il liceo scientifico Pollione di Avezzano. “Una scuola che l’ente Provincia ha deciso in parte di abbattere e ricostruire, ma secondo la Guardia di finanza dell’Aquila, che insieme alla polizia e ai carabinieri del Ros ha portato avanti le indagini, non doveva essere demolita.
Dalle indagini è emerso che sarebbe bastato un intervento sul tetto con una spesa di alcune decine di migliaia euro, invece che ricorrere a una ricostruzione ex novo che peserà sulle casse pubbliche per due milioni di euro “. I due episodi descritti da Repubblica.it, evidenziano scelte tecniche per nulla oculate, ma che, nel primo caso ( istituto per geometri De Nino-Morandi ), mettono anche a serio rischio l’incolumità dei lavoratori della scuola.