Alcuni genitori sono finiti nel mirino della procura di Rimini nell’ambito di un’inchiesta sulle vaccinazioni obbligatorie coordinata dal sostituto procuratore di Rimini Giulia Bradanini. I fatti di cui questi genitori sono accusati, come riporta Today.it, sarebbero avvenuti durante il periodo pre-covid, dal 2017 al 2019.
I padri e le madri in questione avrebbero fatto carte false dichiarando il falso a proposito dell’avvenuta somministrazione dei vaccini obbligatori per iscriversi a scuola ai propri figli. Come ci sarebbero riusciti? Grazie alla compiacenza di un medico, deceduto nel 2019, che in cambio di una cifra pari a circa 300 euro avrebbe prodotto le false certificazioni.
Da dove partono le indagini
Tutto nasce da una particolare anomalia riscontrata: un medico di Pesaro-Urbino aveva infatti firmato una quantità di certificati vaccinali sospetta nella provincia di Rimini. Dopo aver scavato a fondo nella vicenda è emersa la presenza di una comunità di no vax, tutti residenti nella Valconca tra Montescudo e Gemmano.
Il modus operandi dei genitori
Il modus operandi degli accusati era collaudato: il medico in questione veniva contattato dai genitori dei bambini, tutti nati tra il 2006 e il 2015, che dovevano essere sottoposti alle dieci vaccinazioni obbligatorie per essere iscritti all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia.
Una volta pagato, il dottore attestava la falsa vaccinazione dei bimbi. Per i genitori di un totale di 16 scolari l’imputazione è quella di corruzione in concorso.