Le “promesse” di Enrico Letta sui possibili (e consistenti) aumenti stipendiali dei docenti stanno provocando nel mondo della scuola più irritazione che consenso.
Il commento più frequente è: “Ma se il PD vuole davvero aumentare le retribuzioni, perché non lo ha fatto negli anni in cui ha governato?”
E c’è una accusa ancora più precisa, rivolta proprio a Letta in persona: “Il segretario del PD dovrebbe ricordare che fu proprio lui, nel 2013, a firmare la legge che ‘cancellava’ di fatto l’anno 2013 dal calcolo della progressione stipendiale”.
Ma come stanno esattamente le cose?
Proviamo a fare un po’ di storia.
La vicenda inizia nel 2010 con il decreto legge 78 voluto dall’allora Ministro Giulio Tremonti del Governo Berlusconi; il comma 23 dell’articolo 9 di quel provvedimento diceva: “Per il personale docente, Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario (A.T.A.) della Scuola, gli anni 2010, 2011 e 2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti”.
Il decreto, inoltre disponeva anche il blocco della contrattazione collettiva nazionale in tutti i comparti del pubblico impiego.
Il problema venne superato con successivi accordi fra le parti sociali.
Nel 2011, con un decreto interministeriale, venne stabilito il recupero dell’’anno 2010 utilizzando i risparmi derivanti dal taglio degli organici previsto dal decreto 112 del 2008 firmato da Tremonti e Gelmini.
L’annualità del 2011 venne recuperata con un contratto nazionale del marzo 2013 con cui venivano ridotte le risorse del fondo di istituto; stessa cosa accadde per l’annualità 2012 con un contratto dell’anno successivo. Intanto, però, nel luglio del 2011 un decreto firmato sempre dal ministro Tremonti (il numero 98) prorogava le misure del decreto 78 del 2010 e demandandone le modalità applicative ad un successivo regolamento del Governo.
Regolamento che arrivò nel 2013 con una decisione del Consiglio dei Ministri del 21 marzo di quell’anno, Consiglio presieduto ancora da Mario Monti.
Successivamente, dopo aver acquisito il parere del Consiglio di Stato e delle Commissioni di Camera e Senato il Regolamento venne adottato in via definitiva dal Consiglio l’8 agosto quando però il Capo del Governo era Enrico Letta.
Il Regolamento prevedeva appunto che per il personale della scuola l’anno 2013 non potesse valere ai fini degli aumenti stipendiali.