Se il Pd si allontana dalla politica condotta sulla scuola negli ultimi anni e dalla riforma della formazione degli insegnanti, chiedendo addirittura di stralciare la norma approvata di recente dal Governo sul docente “esperto” che avrà effetti pratici solo tra dieci anni, da parte del ministro dell’Istruzione non c’è alcun ravvedimento. Anzi, in un’intervista al Sole 24 Ore il professore Patrizio Bianchi, per un decennio già assessore dem in Emilia, dice che “siamo fieri del lavoro fatto sul Pnrr”, perché “abbiamo rispettato tutti insieme impegni e scadenze. Famiglie e ragazzi cominceranno a vedere nuovi acquisti per arredi e laboratori, classi digitali, interventi di manutenzione”.
La formazione dei prof migliora la didattica
E tra i provvedimenti presi, ricorda il ministro del dicastero bianco, “ci sarà più formazione per i docenti, a beneficio della didattica” impartita ad oltre otto milioni di alunni e studenti.
Il piano di formazione obbligatorio approvato dal Governo a guida Mario Draghi, riguarderà tutti i circa 650mila insegnanti italiani già immessi nei ruoli dello Stato negli oltre 8.200 istituti pubblici (indistintamente su cattedra comune e di sostegno): i corsi partiranno, assicura Patrizio Bianchi, “già questo autunno”.
Come si è arrivati alla formazione obbligatoria
Il riferimento del ministro dell’Istruzione è a quella parte di formazione obbligatoria – prevista dalla Legge 79/2022 di conversione del DL 36 sul reclutamento e la formazione docenti – che ricomprende le competenze digitali e l’uso critico e responsabile degli strumenti digitali, anche con riferimento al benessere psicofisico degli allievi con disabilità e ai bisogni educativi speciali, nonché le pratiche di laboratorio e l’inclusione, è introdotto un sistema di formazione e aggiornamento permanente delle figure di sistema e dei docenti di ruolo articolato in percorsi di durata almeno triennale.
Come indicato nella Legge 79/22, questo versante di formazione obbligatoria – che non ha nulla a che vedere con quella incentivata che riguarderà l’innovazione didattica e non oltre il 40% del personale di ogni istituto – servirà a rafforzare tanto le conoscenze quanto le competenze applicative, sono parte integrante di detti percorsi di formazione anche attività di progettazione, tutoraggio, accompagnamento, guida allo sviluppo delle potenzialità degli studenti volte a favorire il raggiungimento di obiettivi scolastici specifici, e attività di sperimentazione di nuove modalità didattiche.
Innoviamo la didattica, ma sarà una formazione gratuita
Secondo il ministro Patrizio Bianchi questa soluzione “è una prima grande risposta alla necessità, emersa in pandemia, di aggiornare le competenze digitali del personale e di innovare la didattica”, ancorandola sempre più al digitale e all’interattività on line.
Il numero uno del dicastero dell’Istruzione, infine, ricorda che la formazione obbligatoria per tutti gli insegnanti già immessi in ruolo “sarà una formazione gratuita per i docenti e di qualità richiesta e sostenuta dal Pnrr”. Una sottolineatura – quella sulla gratuità dei corsi da svolgere – che, probabilmente, non sarà però gradita da tanti docenti diretti interessati.