Lo ha affermato, qualche ora dopo la nomina a ministro dell’istruzione, la prof Stefania Giannini che ha aggiunto: “Scelta civica è un partito che ha scommesso da subito sul cambiamento del Paese, e che quindi potrà dimostrare con questo e gli altri delicati incarichi che saranno assegnati nei prossimi giorni, la propria cultura riformista”.
In ogni caso la nuova ministra proviene dal mondo accademico ed è anche lei, come già Maria Chiara Carrozza, un ex rettore magnifico, essendo stata rettrice dell’Università per stranieri di Perugia per poi dedicarsi al ruolo di senatrice e segretario di Scelta Civica. E come la Carrozza è toscana, nata a Lucca il 18 novembre 1960.
Ma quali nodi gordiani dovrà affrontare Giannini dentro le stanze che furono percorse da Benedetto Croce e Giovanni Gentile? Subito, subito la scottante vicenda degli ex Lsu, la contrattazione per la copertura degli scatti di anzianità dei docenti, i decreti attuativi del decreto Istruzione e la cronica mancanza di soldi, mentre si aggira per le stanze di Via Trastevere lo spettro polveroso del rinnovo del contratto di lavoro dell’intero comparto. In sospeso anche il destino del decreto ‘scatti’ (in discussione al Senato), così come entro giugno va chiusa appunto all’Aran la contrattazione per la copertura degli scatti degli insegnanti.
Contestualmente, mentre per un verso sarebbe pronto il bando per il secondo ciclo del Tfa ordinario e il Tesoro fa orecchie da mercante, dall’altro al Consiglio di Stato sonnecchia il decreto che andrebbe a modificare in parte il Regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti.
Incertezza infine sul destino della cosiddetta Costituente della Scuola, così fortemente voluta da Carrozza, per sondare il terreno e capire dove e cosa vogliono seminare gli addetti alla istruzione del Paese. E in attesa di capire meglio, non ci resta che augurare un grande “in bocca al lupo” alla neo ministra, nella speranza che “ci arrivi buona”, visto che qualcuno “ce l’ha mandata”.