Cara Giorgia Meloni ti scrivo così ti distraggo un po’ dalle frasi fatte e dalle tante promesse che accompagnano questa campagna elettorale quando si parla di Scuola.
Pur dandoti atto che, su molti aspetti, ti sei tenuta lontana da quel “libro dei sogni” che molti politici ipotizzano ben sapendo che sogni erano e sogni resteranno, ti invito ad una seria riflessione.
Basta dare una occhiata alla spesa per l’istruzione prevista che non supera il 3,5% del PIL (ed è destinata a diminuire) per rendersi conto che molte delle promesse fatte non hanno e né, purtroppo, potranno avere adeguata copertura.
Tuttavia ci sono due o tre punti del programma di FdI (o delle tue dichiarazioni) che hanno destato il mio interesse e suscitato qualche perplessità, a partire da quel “voglio in Italia un liceo del made in Italy, che formi i giovani, anche con tirocini e scambi formativi, per dare continuità ad una serie di settori della nostra economia che rischiano di essere totalmente perduti...” pronunciato al Meeting di Rimini.
Perdonami ma non comprendo bene cosa tu voglia e quale sia il tuo sogno, dal momento in cui in Italia già esistono tecnici e professionali per la valorizzazione del made in Italy, per non parlare dei percorsi ITS (ora recentemente riformati in ITS Academy, col voto di FdI).
Senza poi andare troppo indietro nel tempo rammento che esistono già esperienze in tal senso di Alternanza Scuola Lavoro e Impresa Formativa Simulata ampiamente pubblicizzate e fatte conoscere dal Ministero nel corso di varie manifestazioni (in primis Job Orienta a Verona).
Delle due l’una: o queste esperienze non sono servite a niente e non hanno dato risultati apprezzabili (e allora abbiamo speso-e stiamo spendendo-soldi inutilmente) oppure non sono state valorizzate e supportate come meritavano.
Io credo che il lavoro svolto dai Tecnici e Professionali, in questi anni, in questo settore sia da apprezzare e supportare, semmai, con ulteriori azioni diversificate magari in collaborazione con Istituti universitari (ricordo a me stesso che l’Alma Mater di Bologna introdusse nel percorso di studi un corso su “Linguaggi e tecniche del made in Italy”).
In quanto a “formare i giovani anche con tirocini e scambi formativi” è proprio quello che questi Istituti hanno fatto, e fanno ancora – utilizzando i fondi europei messi a disposizione dal PON.
Se poi la tua idea è quella di istituire un nuovo Liceo affiancando a quanto già fanno, nel settore del made in Italy i tecnici e professionali, occorrono proposte più concrete e non solo dichiarazioni di principio. Se tale proposta comporterà nuova occupazione e più posti di lavoro per i docenti e il personale ATA, senza creare esuberi negli organici preesistenti, allora quel “sogno” potrebbe essere condivisibile. Occorrerà, però, in tal caso, elaborare un curricolo molto diversificato da quello caratterizzante i percorsi dei professionali e degli ITS per evitare un inutile quanto dispendioso doppione.
Nei vostri programmi, inoltre, accennate, inoltre, ad una “valorizzazione degli istituti tecnici e professionali”, una esigenza da tempo sentita e che andrebbe seriamente percorsa se non fosse che ci sta pensando già il ministro Bianchi che ha annunciato che entro settembre sarà varata una NUOVA Riforma degli istituti tecnici e professionali.
Come si concilia questa vostra volontà di intervenire sui tecnici e professionali al fine di valorizzarli, con la Riforma Bianchi di cui nessuno sa niente e di cui non si conoscono i contenuti?
Non credi, cara Giorgia, che riforme di tale portata andrebbero pubblicizzate e portate all’attenzione attraverso un confronto serio con i diretti interessati che, ricordo, di Riforme ne hanno subite davvero tante, sulla propria pelle.
D’altra parte sei proprio tu che, parlando di una probabile riduzione di un anno della secondaria di secondo grado, hai testualmente asserito che “tale ipotesi dovrà essere verificata attraverso un confronto serio” con i soggetti interessati.
E allora perché tra qualche giorno una ennesima Riforma sarà calata dall’alto, all’interno del Piano PNRR, nell’assoluto silenzio di Sindacati e partiti politici?
Ti ringrazio per l’attenzione che mi vorrai dedicare e, per dirla con le parole di Dalla, ti saluto ricordandoti che “l’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va”.
Giorgio Mottola