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Scuole paritarie a rischio chiusura, il caro bollette si fa sentire: “Il Governo continua a ignorare le richieste d’aiuto”

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In concomitanza con la riapertura delle scuole avvenuta proprio in questi giorni sono molti i problemi delle scuole dell’infanzia e degli asili paritari, che rischiano di chiudere i battenti tra pochi mesi, forse già da gennaio, come riporta l’Ansa.

“Non è una minaccia, ma è una reale possibilità se il Governo continuerà ad ignorare la richiesta di aiuto”. Questo è l’allarme lanciato dal presidente nazionale della Fism, Federazione Italiana Scuole Materne, l’organismo associativo e rappresentativo delle scuole dell’infanzia non statali, Giampiero Redaelli. “Le scuole non intendono più gravare sulle famiglie, sulle quali ricadrebbe l’inevitabile aumento dei costi riguardanti il rincaro delle bollette energetiche e gli aumenti provocati dall’inflazione”.

La ragione di questo rischio è quindi da ricercare negli onerosi rincari di luce e gas, che graverebbero eccessivamente su questi istituti, già in crisi di iscritti, tanto da costringerli alla chiusura.

Un grido di allarme inascoltato

“Avevamo proposto un emendamento specifico in vista della conversione in Legge del decreto sostegni bis, ma siamo stati inascoltati”, continua Redaelli, che si dice “stupito che non vengano concesse alle scuole paritarie le misure offerte alle imprese”. La federazione che rappresenta le scuole materne paritarie sottolinea che “se, come previsto dalla Costituzione e dalla legge 62/2000, il sistema scolastico nazionale è fondato sulle scuole paritarie e statali, lo Stato non può ignorare la presenza di queste scuole, in particolare quelle che, svolgendo un servizio pubblico, garantiscono la scolarizzazione di oltre il 30% dei bambini 3 – 6 anni”.

Il Governo, purtroppo, sembra ignorare le richieste di queste scuole, che attualmente brancolano del buio. Le migliaia di scuole Fism sono state sollecitate a promuovere e attivare iniziative per richiamare l’attenzione sul rischio concreto di chiusura. Molte, dal Nord al Sud, “si sono già dichiarate pronte a dare per la prima volta un forte segnale che potrebbe bloccare i servizi appena ripartiti”, comunica la federazione.