Le elezioni 2022 si sono concluse e gli spogli stanno volgendo al termine, decretando con altissima probabilità il centro destra con la triade Berlusconi-Meloni-Salvini. Tra i cambiamenti visibili del nuovo Governo ci sarà la mancanza di alcuni parlamentari che hanno fatto, nel bene e nel male, la storia della politica italiana.
Parliamo dell’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. L’ex grillina, che ora ha militato nelle fila della lista di Luigi di Maio, Impegno Civico, si è candidata per la Camera nel collegio uninominale di Siracusa, in tre collegi plurinominali della Sicilia e nel collegio Piemonte 2 – 01. Suo malgrado non è stata eletta ai plurinominali poiché la sua lista non ha superato lo sbarramento e nemmeno all’uninominale, dove è arrivata terza. L’on. Azzolina ha così replicato: “Ognuno deve fare la propria parte e io continuerò a fare la mia confrontandomi e ascoltando sempre. Ringrazio quanti mi hanno sostenuta facendomi sentire affetto e stima ogni giorno”.
Insieme a Lucia Azzolina, altro grande escluso è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, candidato con Impegno Civico come capolista in cinque collegi plurinominali alla Camera: in Basilicata, Calabria, Sardegna e in due collegi in Campania. A livello nazionale il partito ha però ottenuto lo 0,6 per cento dei voti, lontano dalla soglia di sbarramento del 3 per cento necessaria per eleggere parlamentari.
Altro nome che sarà assente tra le file del Parlamento è quello di Vittorio Sgarbi, che è passato da essere probabile ministro all’Istruzione o alla Cultura a essere fuori dal Governo. Sgarbi era candidato al Senato con Noi moderati nella coalizione di centrodestra, nel collegio uninominale di Bologna, ma è stato battuto da Pier Ferdinando Casini.
Un nome che mancherà nella lista del Parlamento sarà quello di Emma Bonino, la leader di Più Europa. A meno che non ci siano sorprese o riconteggi, con il 2,9 per cento dei voti il suo partito rimarrà al di sotto della soglia di sbarramento. La Bonino da sempre è stata una delle figure più importanti del radicalismo liberale italiano, nonché una fervida attivista femminista.
Infine, anche Simone Pillon, fondatore del Family Day, sul suo profilo Twitter ha informato che il suo seggio non è scattato, ma che rimarrà a disposizione della Lega e del centrodestra per difendere la vita, la famiglia e i valori cristiani. Ricordiamo che la figura del politico era stata al centro della discussione pubblica a causa delle sue dichiarazioni omofobe e della sua decisa battaglia contro il Ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia bloccata in Senato a marzo 2021.