Quando, in piena estate, finalmente, fu aperta la piattaforma “Istanze on line”per l’inserimento delle domande di ammissione al Pas, migliaia di precari tirarono un sospiro di sollievo. Si poteva compilare il modulo telematico che consentiva l’accesso al Percorso Abilitante Speciale, la cui frequenza sarebbe dovuta iniziare entro Novembre 2013.
La gestione di questo percorso che, manco a dirlo, non solo non è incominciato, ma appare molto lontano da una definizione certa, è stata superficiale, contraddittoria e ai limiti dell’immaginazione. Attualmente, gennaio 2014, ogni singola regione italiana presenta una situazione a se stante: regioni che hanno pubblicato più volte gli elenchi, altre che hanno pubblicato solo l’elenco degli ammessi, altre non hanno incluso diverse classi di concorso, altre ancora minacciano di non attivare i percorsi per gli aspiranti delle scuole dell’infanzia e primaria e per i docenti appartenenti alla tabella C.
La gestione di questo percorso che, manco a dirlo, non solo non è incominciato, ma appare molto lontano da una definizione certa, è stata superficiale, contraddittoria e ai limiti dell’immaginazione. Attualmente, gennaio 2014, ogni singola regione italiana presenta una situazione a se stante: regioni che hanno pubblicato più volte gli elenchi, altre che hanno pubblicato solo l’elenco degli ammessi, altre non hanno incluso diverse classi di concorso, altre ancora minacciano di non attivare i percorsi per gli aspiranti delle scuole dell’infanzia e primaria e per i docenti appartenenti alla tabella C.
Stiamo assistendo ad uno spettacolo indecoroso, oltre che assurdo, perché:
1) i singoli USP gestiscono gli elenchi a loro piacimento, senza preoccuparsi di interagire con gli aspiranti che spesso non trovano nessuno in grado di rispondere alle loro domande;
2) non vengono forniti termini o scadenze per inoltrare le documentazioni richieste o necessarie per sanare errori materiali commessi dagli USP stessi;
3) non esiste alcuna sinergia con i vari Atenei: a tutt’oggi non si sa quando e per quali classi di concorso saranno attivati i percorsi speciali abilitanti, anche se a noi preme ricordare che le Università sono obbligate per legge ad attivare i PAS, se il numero degli aspiranti è maggiore o uguale a dieci unità;
4) Non è possibile fare alcuna previsione sui tempi di avvio, tantomeno su quelli di conclusione, in un anno, questo, in cui tutte le graduatorie d’Istituto saranno riaperte;
Le disfunzioni sono tante, e potremmo continuare ad elencarne ancora, mentre apprendiamo che si avviano le immatricolazioni in Lombardia per alcune classi di concorso, e contestualmente si comunica di non voler attivare il Pas per le classi di concorso della tabella C. Così come l’ Università di Camerino annuncia di attivare i Pas per tutte quelle classi di concorso che non saranno attivate in altre regioni.
Ricordiamo che le Università sono tenute ad organizzare i Pas, come da D.M 81/13, e possono esimersi dal farlo , solo se gli aspiranti sono di numero inferiore alle dieci unità. Tuttavia, dal loro comportamento si desume che in, realtà, credono di poter gestire in maniera del tutto discrezionale l’avvio dei corsi per questa o quella classe di concorso. Elenchi su elenchi, anomalie su anomalie, e intanto il tempo passa. A farne le spese, come sempre, i precari di terza fascia d’Istituto, che non sanno più se considerare il PAS come il giusto riconoscimento di una lunga gavetta oppure un incubo.
Il Conitp, alla luce di tutte queste considerazioni, chiede al Ministro dell’ Istruzione Maria Chiara Carrozza, di elaborare in fretta delle linee guida obbligatorie per tutte le regioni, che pongano fine alla gestione superficiale e confusa dell’organizzazione dei PAS. Chiede, inoltre, che i percorsi abilitanti speciali siano avviati quanto prima , per tutte le classi di concorso, in ogni regione, come stabilito del DM 81/13, e che debbano necessariamente terminare pressochè contestualmente in tutte le regioni, in tempo utile per permettere a tutti i docenti convolti di transitare in seconda fascia d’Istituto.