Il motivo che ha indotto i giudici amministrativi palermitani a sancire l’invalidità dei test e a ordinare che si proceda in via definitiva all’ammissione, anche in soprannumero, degli stessi ricorrenti al corso di laurea per l’anno accademico 2013/2014 è la «Violazione dell’anonimato». Così come riportato in un articolo del Corriere della Sera: “risulta che i candidati hanno dovuto compilare la scheda anagrafica prima dello svolgimento dei test e l’hanno tenuta esposta sul banco accanto al documento di riconoscimento. Per i giudici queste modalità hanno consentito la conoscenza del codice identificativo abbinato a ciascun candidato prima della compilazione dei questionari, con conseguente rilevante violazione del principio dell’anonimato e possibilità, quanto meno in astratto, dell’alterazione dei risultati della prova“.
Ora, per quanto detto, il test di ammissione a Medicina a cui hanno partecipato su tutto il territorio nazionale 75mila aspiranti medici per contendersi i 10mila posti messi in palio dalle facoltà di Medicina, è fortemente a rischio. Si ricorda, infatti, che il Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria con una sua fondamentale pronuncia, ha sottolineato come il principio dell’anonimato costituisca il diretto portato del principio costituzionale di uguaglianza, nonché specialmente di quelli del buon andamento e imparzialità della Pubblica Amministrazione. Di conseguenza la violazione delle regole sull’anonimato, costituendo un vizio della procedura concorsuale, nonché una diretta lesione del principio di imparzialità dei concorsi pubblici, deve portare, a parere di molti esperti, al proseguimento del concorso per i candidati esclusi.