Le lacrime, che la Fornero versò in conferenza stampa annunciando quelle che sarebbero state le nuove previsioni del sistema pensionistico italiano, sono ancora ferme nella memoria di tanti e rappresentano quelle che sarebbero state versate da tutti i soggetti interessati dalla manovra. I lavoratori della conoscenza si sono visti allungare l’età per andare in pensione, a causa dell’ultima riforma che non ha tenuto conto della peculiarità del calendario scolastico e dell’unica uscita per tutti al 1° settembre di ogni anno.
E ancora una volta bisognerà fare riferimento al sistema pensionistico dettato dalla Legge Fornero.
Né l’approvazione della nuova finanziaria ha portato le modifiche previste. Con decorrenza a partire dal primo gennaio 2014 sono inoltre entrati in vigore i disincentivi che scattano nel caso in cui si voglia fruire del ritiro anticipato dal lavoro. Si tratta di una riduzione dell’1% dell’importo mensile per ogni anno di distanza dalla soglia dei 62 anni d’età e del 2% per ogni anno prima dei 60 anni. Sempre con la Legge di Stabilità 2014, sono stati fissati i tempi della liquidazione del TFS-TFR e il suo ammontare. Coloro che maturano i requisiti per la pensione dopo il 31 dicembre 2013 e cesseranno il servizio a partire dal 1° settembre 2014 avranno il TFS-TFR in una sola soluzione fino a 50mila € (al netto delle ritenute fiscali); in due soluzioni oltre i 50.001 € e fino a 99.999 €; in tre soluzione oltre i 100mila €. Per tutti, non prima del marzo 2015.
Ricordiamo che i requisiti per il pensionamento dal 1° settembre 2014 sono:
1. Pensione di “vecchiaia” con 66 anni e 3 mesi compiuti entro il 31 agosto 2014: requisito valido per gli uomini e per le donne.
2. Pensione “anticipata” all’età di 62 anni: per gli uomini, con 42 anni e 6 mesi di contribuzione; per le donne, con 41 anni e 6 mesi di contribuzione. Bisogna inoltre considerare che, pur avendo il requisito contributivo, c’è una penalizzazione sul calcolo della pensione per coloro che non hanno compiuto 62 anni di età.
Anche il 2014 continuerà ad essere un anno di riforme vane. Aleggia nell’aria, per esempio, una proposta di modifica pensionistica dell’attuale ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. La chiamano “prestito pensionistico” ma riguarda solo i dipendenti del il settore privato che, volendo lasciare il lavoro anticipatamente (di un paio d’anni), potrebbero ricevere un assegno del l’80% dello stipendio pagato dall’Inps e che poi dovrebbero restituire negli anni successivi come trattenuta del 10-15% sull’assegno pensionistico.
P.S. Sembra che, tra non molto, sarà possibile consultare online – sul sito dell’INPS – la cosiddetta “busta arancione”, che permetterà di conoscere la proprio situazione previdenziale e sapere (in prospettiva) quando e con quanto si potrà andrà in pensione, in modo da prendere delle opportune decisioni precauzionali.