Mancano insegnanti nelle scuole dell’infanzia paritarie. Lo denuncia Stefano Giordano, direttore della testata edita dalla Fism, la Federazione italiana della scuole materne, che pensa sia arrivato il momento di fare qualcosa in merito e propone una soluzione, come scrive l’Ansa.
Giordano, già presidente nazionale della federazione ed oggi responsabile nazionale per le questioni giuridiche, punta il dito su un sistema “che non immette nel circuito il giusto numero di educatrici ed insegnanti di cui i bambini e le bambine di questo paese necessitano per diventare domani adulti migliori”.
Nel mirino il sistema universitario statale che ha recepito i calcoli di contingentamento del Ministero “in termini supini e autoreferenziali, senza dimenticare il calo di investimenti in capitale umano nelle materie pedagogiche o i lacci e laccioli sull’equipollenza dei titoli di studio delle università pontificie”.
Ciò che è più grave, secondo Giordano, non è tanto il fatto di sé ma la mancata risonanza mediatica e istituzionale che riceve questo problema, praticamente in sordina. “Se è evidente la crisi profonda che attanaglia il reclutamento del personale specie presso le paritarie dell’infanzia, quello che sconcerta è il silenzio dei massimi responsabili del sistema, quasi a far pensare che lo sconvolgimento sia utile ad un disegno degno del peggiore cupio dissolvi”, aggiunge.
Cosa si può fare?
Secondo quest’ultimo è arrivato il momento di agire: “Ma noi non ci stiamo. Non rimarremo ulteriormente fermi ad attendere lo scempio di una sussidiarietà educativa che per più di un secolo ha trasformato la nostra società senza attendere che ci pensasse lo Stato. L’educazione e l’istruzione non hanno bisogno del permesso dello Stato per diventare funzione pubblica al servizio dei più piccoli e senza finalità di lucro. Il nostro sistema paritario ha nel Dna la resilienza e la capacità di riprendersi proprio da dove ci si era persi presi da mille difficoltà acuite prima dalla pandemia, poi ancora dalla guerra nel cuore d’Europa ed infine dalla conseguente crisi energetica”.
Ecco qual è il suggerimento che il presidente si sente di dare: “Un convenzionamento con il sistema universitario statale ma anche con quello pubblico ma offerto da soggetti privati, con quello pontificio munito della sua grande tradizione di studi pedagogici e con quello unionale. Una proposta culturale ed un progetto di missione educativa che metta a sistema la forza di migliaia di scuole che hanno voglia di mettersi in gioco per rilanciare la sfida educativa”, ha concluso.