Martedì 25 marzo oltre un centinaio di dirigenti scolastici della Toscana si riuniranno davanti al ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere, per portare all’attenzione del Ministro e del Governo la loro “situazione paradossale, che è anche quella di buona parte della scuola toscana”.
Attraverso una nota unitaria, Anp, Cisl Scuola, Flc-Cgil e Uil Scuola, hanno fatto il punto della situazione su una vicenda concorsuale al limite del paradosso. “Gli interessati, vincitori di un concorso bandito nel 2011, – si legge nella nota – sono stati quasi tutti assunti fin dal settembre 2012 e collocati alla guida di 112 istituzioni scolastiche della regione. A un anno e mezzo di distanza, una sentenza del Consiglio di Stato ha annullato il concorso e ne ha disposto la ripetizione parziale, non per irregolarità della Commissione, ma per un errore dell’Amministrazione nella procedura di sostituzione del presidente. In conseguenza, i 112 dovrebbero tornare a fare gli insegnanti da un giorno all’altro, lasciando scoperte le scuole che dirigono ormai da oltre diciotto mesi. Scuole che saranno affidate, a mezzo servizio, ad altri dirigenti della regione. Ma non è finita: i loro posti sono stati nel frattempo assegnati ad altri docenti, che dovrebbero a loro volta farsi da parte e andare a scalzarne altri e così via, in un effetto domino senza fine. Oppure, per evitare di allargare il danno, dovrebbero restare ‘a disposizione’ per supplenze. Cioè diventare i più precari fra i precari. A chi giova?”.
Secondo i sindacati una soluzione esisterebbe. Eccola: “già alcuni anni fa un caso analogo è accaduto in Sicilia. Per tamponarne gli effetti, fu emanato un decreto legge d’urgenza che ‘congelava’ i dirigenti nelle loro sedi per il tempo strettamente necessario alla ripetizione del concorso. Subito dopo fu varata una legge specifica (la 202 del 2010) che provvedeva a regolare la nuova procedura concorsuale. Ci sono alcune differenze di dettaglio fra le due situazioni: ma quel modello può e deve essere tenuto presente anche oggi, respingendo l’alibi formale di chi vorrebbe rifugiarsi dietro il tenore letterale della sentenza per chiudere gli occhi di fronte al disastro reale in cui verrebbero a trovarsi buona parte delle scuole toscane. E visto che a un decreto-legge bisognerà far ricorso, se ne approfitti per scriverlo in termini generali: tali cioè da poter essere utilizzato anche in futuro per altri casi analoghi, se dovessero riproporsi. Ormai, purtroppo, l’annullamento di un concorso, magari a distanza di anni, sembra essere una conseguenza frequente dell’intervento della magistratura amministrativa che danneggia dipendenti pubblici incolpevoli e la funzionalità dei servizi della Repubblica”.