In questi ultimi mesi sono tantissime le notizie su discordie tra studenti o tra studenti e docenti, che hanno fatto il giro del web. Se da un lato l’episodio viene denunciato, dall’altro raramente porta a un vero e proprio risvolto educativo. Da qui nasce l’idea di una scuola di Treviso, l’Istituto superiore Besta, dove è stata creata l’aula di mediazione, un vero e proprio mini Tribunale composto da professori e studenti per risolvere le controversie interne.
La dirigente: “Note e punizioni non funzionano”
La dirigente scolastica, Renata Moretti, ha spiegato al Corriere del Veneto che “in un periodo in cui insorgono conflitti per banalità causati dalla mancata socializzazione dei ragazzi a seguito della pandemia, vogliamo fare la differenza. Le note e le punizioni non funzionano. Bisogna trovare un modo diverso di fare educazione, visto che la scuola ha tra i propri compiti quello formativo, dopo la famiglia. Note e punizioni non sono efficaci perché poi la cosa finisce lì, non crea consapevolezza, non insegna e non trasmette nulla ai ragazzi. In questo modo invece i facciamo pensare, insegniamo loro, o almeno ci proviamo, a trasmettere valori come l’empatia e il rispetto reciproco”.
Le prime attività di mediazione
L’aula è stata inaugurata con tanto di targa già nella sede centrale di Borgo Cavour, una delle prime in Italia. Sarà presto replicata anche nella sede staccata di via Medaglie d’Oro e anche nella scuola secondaria di primo grado Stefanini. Per affrontare tutto nel migliore dei modi, “nel corso degli ultimi due anni scolastici docenti e studenti sono stati formati da esperti e adesso ci sono otto ragazzi pronti per le attività di mediazione che con l’aiuto degli insegnanti utilizzeranno le strategie e i metodi appresi per risolvere le controversie che si presenteranno”, ha raccontato la dirigente.