Il Miur deve fare chiarezza sulla questione del certificato antipedofilia, che potrebbe essere richiesto anche per gli operatori scolastici. A chiederlo è stato il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, riferendosi alla norma contenuta nel Decreto legislativo 39 del 4 marzo 2014 attuativo di una Direttiva Comunitaria relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile.
La nuova norma prevede che qualunque datore di lavoro che impiega una persona per lo svolgimento di attività professionali o volontarie che comportino contatti diretti e regolari con minori deve richiedere il certificato penale del casellario giudiziale. Se non lo fa è soggetto a una sanzione, ossia al pagamento di una somma da 10.000 a 15.000 euro. “Riceviamo da stamani – spiega Di Menna – molte telefonate dalle scuole perché c’è preoccupazione che in assenza di un tempestivo chiarimento da parte del ministero ci possano essere dirigenti scolastici che richiedano a tappeto certificati antipedofilia a tutto il personale, insegnanti e bidelli. E’ ovvio – aggiunge il sindacalista – che la materia deve vedere per la scuola una sua specifica regolamentazione. Il ministero non può ignorare la questione e non può lasciare le scuole in una situazione di incertezza che rischia di creare tensioni tra il personale”.
Insomma, il Ministero dell’Istruzione non può ignorare questa situazione. Ma occorre che dia il prima possibile indicazioni su come debbano comportarsi dirigenti scolastici, docenti e Ata della scuola.