Il docente italiano che vorrebbe utilizzare la Carta del docente da 500 euro per comprare una stampante (a meno che non sia 3D!), uno scanner o una webcam può mettersi l’anima in pace. E anche chi siede dietro la cattedra stabilmente e pensava di catalogare i compiti dei propri alunni in un hard disk o in una pen drive. Oppure di coprire le spese per i “giga” utilizzati per connettersi ad Internet e fare corsi di aggiornamento. Nulla di nuovo, insomma. Perché tranne il periodo di massima pandemia, quando le scuole sono state costrette ad attivare la didattica a distanza, il ministero dell’Istruzione non ha mai considerato questi strumenti utili all’aggiornamento professionale. Così come accaduto nell’anno che sta per terminare, pur trattandosi di strumenti fortemente connessi all’insegnamento, centinaia di migliaia di docenti di ruolo saranno costretti anche nel 2023 a rinunciarvi (se volevano usare i 500 euro della card annuale) oppure ad aprire il portafoglio per acquistarli con i propri quattrini.
A cosa serve la Carta del docente
Così come indicato dalla Legge 107/2015 che l’ha istituita, come anche riportato nel sito internet dedicato del ministero dell’Istruzione, la Carta del docente serve esclusivamente per acquistare “fra l’altro libri, riviste, ingressi nei musei, biglietti per eventi culturali, teatro e cinema o per iscriverti a corsi di laurea e master universitari, a corsi per attività di aggiornamento, svolti da enti qualificati o accreditati presso il Ministero dell’Istruzione”.
Il paradosso è che lo stesso docente ha possibilità di comprare prodotti molto meno importanti ai fini della sua professione e dell’aggiornamento.
La denuncia
Un nostro lettore, Andrea Atzeni, ci segnala, a questo proposito, che gli stessi docenti a cui è negato l’acquisto di strumenti e prodotti, per lo più informatici, ritenuti a ragione fondamentali, possono invece procedere con facilità estrema all’acquisto on line (tramite sempre la Carta del docente) di una lunga lista di pubblicazioni. Peccato che con la didattica e l’educazione non abbiano nulla a che vedere: nell’ampia lista di prodotti acquistabili con i soldi dell’aggiornamento professionale vi sono, ad esempio, calendari sexy e “coupon erotici” per il sesso di coppia, altri addirittura riguardanti cani che “fanno la cacca” o che “si accoppiano”, con tanto di illustrazioni a quattro colori.
Come è possibile questa contraddizione? La risposta è semplice: si tratta di pubblicazioni cartacee, che quindi rientrano nei prodotti compresi nella pur ristretta lista di quelli acquistabili con la card docente introdotta con la famigerata Buona Scuola.
Calendari “leggeri” acquistabili pure col Bonus Cultura
Si legge nelle stesse pagine on line che promuovono i calendari che sono acquistabili “con il Bonus Cultura e con il Bonus Carta del Docente”. Quindi, potrebbero comprare questi calendari pure i giovani 18enni, attraverso la card a loro accordata negli anni passati (il Governo l’ha appena fortemente ridimensionata).
Atzeni passa in rassegna alcuni dei calendari che il personale docente di ruolo può acquistare con la card da 500 euro annui: “Ebbene, sì – denuncia il docente alla Tecnica della Scuola -: c’è stavolta uno sparuto Calendario di Padre Pio per i devoti, mentre il calendario natalizio dell’Avvento sexy si propone sia in formato intrigante che birichino, ci sono i coupon per le coppie con gli anniversari e quelli con le posture, com’era prevedibile sono diversi i tradizionali ma sempreverdi calendari “per adulti” con fanciulle discinte e con altre fanciulle discinte ancora. Né possono mancare i cani che fanno la popò e quelli altrimenti spiati nella loro intimità”.
“Non ho esteso ulteriormente le ricerche perché, preso dall’entusiasmo, ho comprato numerosissime copie anche per gli amici e ho così ormai già esaurito i miei 500 euro. Buone vacanze e buon aggiornamento a tutti i docenti e a tutti i neomaggiorenni (i meritevoli in specie)”, conclude ironicamente il lettore.
Cosa si può comprare con la Carta docente
Nella lista fornita dal Miur, figurano libri e testi, anche in formato digitale, pubblicazioni e riviste comunque utili all’aggiornamento professionale; hardware e software; le spese per l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca; iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale; titoli di accesso per assistere a rappresentazioni teatrali e cinematografiche; titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo; iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.