Ora si può dire che è ufficiale: giovedì 29 dicembre arriveranno nei conti correnti degli insegnanti e del personale Ata “gli arretrati relativi all’anticipazione della parte economica del C.C.N.L. del comparto Istruzione e Ricerca e agli effetti economici del C.C.N.L. Funzioni Locali, per il triennio 2019-2021”.
L’annuncio del Mef
A dare comunicazione della esigibilità effettiva degli arretrati è stato lo stesso ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso il portale NoiPa.
Sullo stesso sito interne istituzionale qualche giorno prima di Natale, era apparso un messaggio che rassicurava sugli stessi arretrati del CCNL per oltre un 1,2 milioni di amministrati del mondo scuola e enti locali”, frutto dell’accordo “tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito ed le OO.SS, firmato in data 10 novembre 2022”: l’esigibilità delle somme, ha assicurato il Mef, “è prevista tra il 27 e il 30 dicembre”.
Per avere notizia sull’entità della somma degli arretrati in arrivo, la cosiddetta emissione speciale, docenti e personale Ata possono consultare l’area riservata ai lavoratori del portale NoiPa ed entrare nel servizio “Consultazione stipendi”: il dipendente troverà il totale dell’emissione straordinaria denominata con: ”58 Emissione Speciale Arretrati”.
Quanti soldi in arrivo, quante tasse?
Ma qual è la somma degli arretrati che ogni dipendente deve aspettarsi: la quantità varia molto, dipendendo dal profilo professionale e dall’anzianità di servizio.
Si va da 1.353 euro lordi per i collaboratori scolastici ad inizio carriera a 3.119,79 euro per i Dsga a fine carriera.
A queste somme occorrerà togliere il 30% per la parte di arretrati del 2019, 2020 e 2021: si tratta di una tassazione cosiddetta “separata”, perché relativa ad anni passati. Mentre per le somme arretrate riguardanti i 12 mesi del 2022, l’anno corrente, la tassazione applicata sarà di circa il 50% dell’importo lordo. Al massimo verranno assegnati circa 2.100 euro netti e a percepirli saranno i direttori dei servizi generali e amministrativi con almeno 35 anni di servizio. Un po’ meno ai docenti a fine carriera.