Siamo migliaia di docenti costretti ad un assurdo vincolo di permanenza nella scuola, docenti a cui è negata la possibilità di poter produrre domanda di mobilità. E questo perché abbiamo ottenuto un precedente trasferimento su una precisa sede scolastica a maggio 2022. Se, invece, avessimo ottenuto lo stesso trasferimento su comune, distretto o provincia, a quest’ora saremmo liberi di fare nuovamente domanda.
Questa è la situazione paradossale e assurda che ci troviamo a vivere in base al vincolo stabilito dall’articolo 22 comma 4 del CCNL del 2018.
Se il recente DL 36, infatti, ha sbloccato tutti i docenti che lo scorso anno hanno ottenuto un trasferimento su scelta sintetica derogando al vincolo inizialmente previsto nel contratto, nulla è cambiato per chi ha ottenuto su scelta analitica.
Per quale motivo inserire una norma altamente penalizzante solo per chi ha fatto tale scelta? Perché permettere ad alcuni di fare domanda e bloccare altri su una precisa sede? Forse la continuità didattica potrà essere garantita solo dai vincolati su scelta puntuale? Diverse sono le esigenze che possono spingere un docente a chiedere trasferimento, la prima delle quali è il ricongiungimento alla propria famiglia. Molti docenti, infatti, sebbene abbiano ottenuto il trasferimento, sono ancora lontani dal luogo di residenza e dalle proprie famiglie. Scriviamo per far presente come questo vincolo sia fortemente limitante e proibitivo: facciamo appello ai Responsabili del Dipartimento Istruzione e a tutte le forze politiche perché nei tavoli contrattuali si trovi presto una soluzione che possa sospendere tale vincolo e permettere anche a noi docenti soddisfatti su scuola a maggio 2022 di poter produrre domanda di mobilità per l’anno scolastico 2023/24.
Solo un docente che è libero di scegliere dove insegnare potrà garantire realmente la continuità didattica all’interno della scuola, non di certo l’imposizione di un vincolo anacronistico e vessatorio.
Comitato Nazionale Docenti Vincolati