Un caso alquanto triste quello relativo ad un’alunna con disabilità maltrattata tra i banchi di scuola, da cui ancora non si riesce a venire a capo. La bambina, oggi di otto anni, con autismo, frequentava una scuola elementare nel bresciano. Lo scorso marzo sua madre ha notato alcuni lividi e segni di violenza sul corpo della figlia: da qui la denuncia.
Lo scorso aprile, come riporta Il Corriere della Sera, l’assistente ad personam che si occupava della bimba, (oggi a processo insieme all’insegnante di sostegno e a quella deputata al potenziamento), è stata arrestata in flagranza dopo essere stata tradita dalle immagini restituite in tempo reale dalle telecamere piazzate nell’aula in cui faceva lezione da sola.
I genitori, in quel periodo, avevano notato che c’era qualcosa che non andasse nella figlia, che improvvisamente aveva cambiato il proprio atteggiamento, manifestando un vero e proprio rifiuto nei confronti della scuola. “No, scuola no”, continuava a ripetere, persino di notte. La madre ha spiegato: “Ho messo mia figlia di fronte alle foto, non ha avuto dubbi e ha indicato l’assistente. Mai, poi, ha cambiato idea o ci ha fornito una versione diversa”.
La difesa dell’educatrice
L’educatrice, 34enne, è stata messa agli arresti domiciliari, adesso revocati. Quest’ultima nega ogni accusa: “Mai avrei fatto del male a quella bambina, le volevo bene. Quando ho visto i lividi sono rimasta scioccata, non sono stata io”, ha detto davanti al Gip. I genitori non sono partiti subito all’attacco della donna, increduli anch’essi: “Non potevamo credere stesse succedendo una cosa simile”.
La dirigente scolastica, chiamata a testimoniare, ha detto di aver avviato un’indagine interna e di aver parlato a più riprese con tutto il personale: “Nessuno si è mai accorto di nulla”. La piccola, a quanto pare, era un caso complesso, che pare avesse già manifestato forme di aggressività, “ma mai violenze verso i compagni”, per esempio.
Nel frattempo la bambina è stata trasferita in un’altra scuola. I genitori, provati, si sono recentemente espressi così in aula: “È impossibile che nostra figlia, quei lividi, se li sia provocati da sola. Noi? Mai usata la forza per contenere i suoi momenti di agitazione o ribellione, così come c’è stato insegnato dalle terapiste, usiamo la strategia, facendole fare altro per calmarla. E funziona”.