Come responsabili formativi, assieme alle famiglie, delle future generazioni e menti, il tema della sostenibilità ambientale risulta sempre al centro dei dibattiti in classe: in tutte le discipline, da quelle umanistico-letterarie a quelle di natura tecnico-scientifica, si tende a discutere del rapporto tra uomo, risorse, natura e fruizione delle stesse. Sostenibilità significa, oltre al saggio utilizzo delle restanti fonti energetiche, gettare uno sguardo sulle future generazioni, con il fine di garantire loro uno stile di vita sano, benessere dovuto ad una relativa abbondanza delle risorse preservate e dunque disponibili. Limitati, così come per le strategie didattiche innovative, i corsi predisposti per i docenti, i quali spesso fanno affidamento a testi, riviste dedicate; in un’Europa in cui molti riempiono i discorsi, anche in politica, di transizione verde e rispetto dell’ambiente, è da intendersi che tali interessanti prospettive possono essere messe in pratica, in prim’ordine, in aula.
Il Comune di Firenze ed il corso per docenti: formazione ed innovazione ambientale a confronto
Sotto la guida di due formatori esperti, Fabrizio Bartolini, biologo ricercatore, e Sandra Gualtieri, pedagogista e fondatrice del centro di riuso creativo Remida BSL, saranno condotte sperimentazioni, laboratori didattici e ludici circa i temi più caldi del dibattito ecologico ambientale: crisi energetica, riscaldamento globale ed utilizzo saggio e razionale delle risorse con fini sostenibili. Il corso di formazione, da svolgersi in lingua inglese a Firenze tra il 7 ed il 10 del mese corrente presso le sale rinascimentali della Biblioteca delle Oblate, è una delle testimonianze più dirette dell’aggiornamento del corpo docenti in questi ambiti al centro delle discussioni e dibattiti quotidiani. Prenderanno parte ai corsi specialisti ed esperti: i lavori sono rivolti, oltre che ai docenti in carriera, anche ai futuri docenti, a studenti e studentesse delle scienze naturali ed ambientali ed agli interessati alla formazione scolastica.
Cosa accade in Europa? Quanta attenzione è rivolta alle politiche ambientali in classe?
I paesi della Finnscandia, come di consueto, si collocano in prima linea circa il trattamento dell’attuale emergenza climatica, legata all’utilizzo massiccio delle risorse fossili; la risposta è stata da considerarsi automatica, quasi fisiologica ed immersiva successivamente alla comparsa, dal 2018 scorso, del fenomeno dei Fridays for Future, una serie di scioperi bianchi organizzati dagli studenti prima svedesi e poi norvegesi e finlandesi, i quali si rifiutarono di prendere parte alle lezioni sino alla presa in carico della situazione da parte delle autorità. Le scuole, in risposta a tali ed innovative esigenze, col fine di coinvolgere gli sstudenti in programmi più restitutivi e coinvolgenti, hanno inserito dalle 2 alle 6 ore settimanali di discussione formale circa le tematiche ambientali a settimana (a discrezione del Dirigente Scolastico). Altre realtà come Estonia, Danimarca ed Irlanda, già dal 2013, si sono dilettate in laboratori didattici e ludici incentrati sulle tematiche ambientali, non solo limitati in classe; le uscite, organizzate con associazioni locali, sono finalizzate alla visita di ecosistemi sensibili (anche urbani e rurali) ed alla pulizia di aree comuni.